Skip navigation

Tag Archives: Metropolitana Milanese

Nuove date per le visite “La Rossa con occhi nuovi” che si tengono presso la Fondazione Franco Albini ogni terzo sabato del mese più alcune date extra. I partecipanti avranno il piacere di poter ammirare i progetti originali e una selezione di immagini tra le più belle e più significative sulle metropolitane 1 e 2 tutto ciò che ha portato alla loro nascita e alla creazione del progetto di architettura di interni e grafica firmato da Franco Albini, Franca Helg e Bob Noorda. In questa rinnovata visita guidata, ripensata per i 60 anni della Linea Rossa, vi racconterò tutti i segreti della genesi di una metropolitana che cambiò il modo di concepire la progettazione delle stazioni e della segnaletica supportato dal nuovo allestimento pensato da Marco Marzini.

 

sabato 23 novembre 2024, ore 15,00

sabato 14 dicembre 2024, ore 15,00

prenotazione obbligatoria: info@fondazionefrancoalbini.com

Contatteci per organizzare visite aggiuntive (minimo 8 persone)

 

 

© 2024 Minici Giovanni Luca – www.metroricerche.it, si acconsente l’uso di questo articolo e delle immagini citandone l’autore e la fonte, ad esclusione delle immagini di proprietà di terzi, come chiaramente indicato.

Licenza Creative Commons
Quest’ opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non o

15 NOVEMBRE 2024 – 17 APRILE 2025

E’ stata inaugurata la mostra presso la Fondazione Franco Albini, via Telesio 13, Curata da Marco Marzini e con la partecipazione di Under Milano. Sarà aperta fino al 17 aprile 2025 dal lunedì al venerdì con accesso libero la mattina o con le visite guidate la cui prima sarà il 23 novembre alle ore 15,00. Con questo nuovo allestimento l’esposizione dei materiali originali si rinnova, arricchita dai manufatti artiginali realizzati da Marco Marzini che citano i particolari di quello che è il fulcro della mostra: il corrimano con il ricciolo rosso, simbolo della metropolitana rossa di Milano. Troverete esposte anche le foto selezionate da Under Milano che colgono aspetti inconsueti della vita in metropolitana. Una grande sorpresa: la mostra ha avuto il supporto di ATM che ha fornito uno degli orologi originali, proveniente dalle banchine.

 

 

 

© 2024 Minici Giovanni Luca – www.metroricerche.it, si acconsente l’uso di questo articolo citandone l’autore e la fonte, ad esclusione delle immagini per le quali è necessario richiedere le autorizzazioni ai singoli detentori di diritti.

31 OTTOBRE – 31 DICEMBRE

Mostra MM S.p.A. presso la Centrale dell’Acqua di Milano dal titolo “Dal progetto alla città. 1964-2024 60 anni di M1“, Piazza Deocleziano 5, ingresso libero. LINK

Bella mostra dedicata agli aspetti più ingegneristici della costruzione della metropolitana 1. Ricca selezione di materiale progettuale e di foto di cantieri, molte inedite. Spicca su tutto il plastico appena realizzato per il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica dedicato al “metodo Milano”; finissimi i dettagli di questo modello che andrà ad arricchire il padiglione ferroviario del Museo nella sezione dedicata ai metodi di realizzazione dei tunnel. Presente anche un panello con le obbligazioni emesse per costruire la M1, provenienti dalla mia collezione.

 

 

© 2024 Minici Giovanni Luca – www.metroricerche.it, si acconsente l’uso di questo articolo citandone l’autore e la fonte, ad esclusione delle immagini di proprietà di terzi.

 

BUON 60° COMPLEANNO LINEA ROSSA!

 

TUTTI GLI EVENTI

(aggiornato al 06 novembre, ore 22,00)

25 OTTOBRE 2024- 28 FEBBRAIO 2025 Mostra presso il Politecnico di Milano dal titolo “Milano Sottosopra. Panorami metropolitani” – Campus Bovisa Archivi Storici, via Candiani 72, ingresso libero. LINK

31 OTTOBRE – 31 DICEMBRE Mostra MM S.p.A. presso la Centrale dell’Acqua di Milano dal titolo “Dal progetto alla città. 1964-2024 60 anni di M1″, Piazza Deocleziano 5, ingresso libero. LINK

01 NOVEMBRE – 03 NOVEMBRE Evento ATM presso la stazione San Babila della M1 (1°novembre dalle 16,00 alle 19,00; 2 e 3 novembre dalle 15,00 alle 19,00) (evento gratuito).

05 NOVEMBRE Visita guidata presso la Fondazione Franco Albini, via Telesio 13, “La Rossa con occhi nuovi”, ore 19,00.

06 NOVEMBRE Tavola rotonda presso la Triennale di Milano, via Alemagna 6, dal titolo “MILANO SOTTO SOPRA. La Linea 1 <La Rossa> 1964-2024 nuovi ritmi ed atmosfere della città metropolitana” ore 18,15, Spazio Cuore, ingresso libero.

07 NOVEMBRE  Incontro presso la Rinascente, piazza Duomo, dal titolo “MM tra design, moda, musica e jazz” ore 18,30, Bar GATF piano -1, ingresso libero. LINK

12 NOVEMBRE Incontro presso la Centrale dell’Acqua di Milano, Piazza Diocleziano 5, dal titolo “Franco Albini e il design di M1″ ore 18,00, ingresso libero.. LINK

14 NOVEMBRE Incontro presso la Centrale dell’Acqua di Milano, Piazza Diocleziano 5, dal titolo “Progettare e costruire metropolitane” con Massimo Guzzi, ore 18,00, ingresso libero.

15 NOVEMBRE 2024 – 17 APRILE 2025 Mostra presso la Fondazione Franco Albini, via Telesio 13, dal titolo “Storie di una Linea Rossa lunga oltre 60 anni” visite guidate e libere su prenotazione nello storico studio dove operarono Franco Albini e Franca Helg. LINK

19 NOVEMBRE Incontro presso la Centrale dell’Acqua di Milano, Piazza Diocleziano 5, dal titolo “Il metodo Milano” con Marco Iezzi, ore 18,00, ingresso libero.

22 NOVEMBRE Incontro presso la Centrale dell’Acqua di Milano, Piazza Diocleziano 5, dal titolo “L’estetica della Rossa” con Barbara Carnevali, ore 18,00, ingresso libero. LINK

22 NOVEMBRE 2024 – 12 GENNAIO 2025 Mostra ATM presso l’ADI Desing Museo, Piazza Compasso d’Oro 1, dal titolo “ATM Manifesto. Storie, viaggi e design in Mostra”, ingresso libero.

23 NOVEMBRE 2024 Visita guidata presso la Fondazione Franco Albini, via Telesio 13, “La Rossa con occhi nuovi”, ore 15,00

 

© 2024 Minici Giovanni Luca – www.metroricerche.it, si acconsente l’uso di questo articolo e delle immagini citandone l’autore e la fonte, ad esclusione delle immagini di proprietà di terzi, come chiaramente indicato.

 

Innanzitutto bisogna ricordare che la M4, finalmente e totalmente inaugurata sabto 12 ottobre 2024, non è stata la prima Linea 4, non solo pensando a tutti i progetti elaborati, più o meno seriamente, dal 1905 ad oggi, ma non lo è nemmeno tra i progetti che hanno avuto davvero qualche chance di diventare realtà. Quello che è rimasto costante, però, è il solo colore blu; la prima versione fu la MM4 della Rete delle Linee del Belloni, con il suo percorso nord-ovest/sud-est lungo viale Certosa, Corso Sempione, Cenisio. Stazione Garibaldi, Repubblica Porta Venezia, Piazza 5 Giornate e poi un ramo verso Corso 22 marzo 2 uno verso Corso Lodi. Questa linea anticipava chiaramente il Passante e, proprio in virtù del concetto di rete, furono da subito realizzate le predisposizioni per l’interscambio con la MM2 verde a Garibaldi FS e con la MM1 rossa a Porta Venezia. Non se ne fece nulla e alla fine degli anni ’60, appena pochi anni dopo l’apertura della Linea 1, si incominciò a parlare di una connessione ferroviaria passante urbana e la prima linea 4 scomparì dalle liste di progetti.

Poi, negli anni ’80, nel dibattito sul prolungamento a Nord della MM3 gialla l’iniziale ipotesi di biforcazione verso l’ospedale Niguarda venne sostituita dalla nascita, nel 1992, della prima MLAI, Metropolitana Leggera ad Automatismo Integrale, nominata MM4 blu. La nuova linea avrebbe percorso l’attuale tracciato della metrotranvia 4 (che da questo progetto prende il nome) fino a Maciacchini e da lì sarebbe poi proseguita verso Moscova e in un secondo progetto verso sud attraverso due possibili tracciati di quello più ad est prevedeva di nuovo il passaggio per pizza 5 Giornate.

Ma veniamo alla “nostra” Metro 4: nel piano della mobilità del Comune di Milano, approvato nel 1990, viene ipotizzata una nuova “linea protetta” che colleghi il centro (San Babila) con Linate (si presume l’aeroporto). Vengono ipotizzati tre tracciati, di cui, principalmente, uno passante per Corso Indipendenza e uno per Corso XXII Marzo. Venne scelta da subito l’opzione passante per Corso Indipendenza per i seguenti motivi: “-contenere i costi di costruzione e limitare i danni al regolare flusso del traffico pubblico e privato nel corso dei lavori, grazie all’ampia sezione di C.so Indipendenza, – realizzare un buon interscambio con il Passante, – eliminare completamente il servizio di superficie lungo l’asse, realizzando così economie di gestione, – mantenere l’impianto tranviario su XXII Marzo.” Da subito fu pensato anche lo sbinamento verso Rogoredo M3.  Anche per la zona Ovest vengono fatte le seguenti considerazioni: “L’entità dei flussi di traffico complessivi nella zona non è tale da giustificare un ramo di metropolitana in posizione tanto prossima alla M1. I pendolari che impiegano la Via Lorenteggio potrebbero infatti continuare ad essere instradati sul capolinea di Bisceglie. Tuttavia la condizione di crisi della M! induce a considerare l’eventualità della creazione di un nuovo ramo in questa area che, insieme ad un ramo nella zona nord-ovest, potrebbe offrire una valida alternativa alla M1, riducendone così l’affollamento. È stata quindi simulata una linea di trasporto di massa sulla Lorenteggio (su Giambellino e Lodovico il Moro sono infatti presenti impianti tranviari) che ha dimostrato una notevole capacità di attrazione specie se il capolinea periferico viene localizzato in modo che possa raccogliere anche il traffico proveniente dalla Vecchia vigevanese.” Una volta arrivata in San Babila la linea avrebbe poi percorso parte della circonvallazione dei navigli per poi piegare verso sud e via Ripamonti, ma su questo non ci sono note in merito ma solo planimetrie.  In merito al tipo di opera da realizzare il progetto si limita a parlare di “sistema innovativo” con possibilità, in area periferica, di passaggio anche in superficie.

Partendo quindi dalle considerazioni contenute nel piano del 1990 il Comune procede con lo studio di un’infrastruttura “innovativa” fino a commissionare uno studio di fattibilità tecnica alla Metropolitana Milanese S.p.A. che ne appronterà una nel luglio 1997. Ecco nascere l’ultima e definitiva Linea 4, sempre blu, che, a partire dal 2012, è entrata in fase realizzativa.

Da “I Treni” numero 196, Anno XIX, settembre 1998, Edizioni ETR, articolo a firma Sergio Viganò

Corriere della Sera, sezione Milano, 24 marzo 1999 (è il primo articolo da me raccolto e conservato):

Ma vediamo come Marco Broglia (ingegnere della MM, grande esperto e storico delle metropolitane di Milano) descrive la nascita della M4 blu su un recente articolo apparso su Strade & Autostrade, numero 115, gennaio/febbraio 2016:

“…Gli obiettivi alla base della scelta di realizzare questa nuova linea furono:

-realizzare una nuova diametrale di attraversamento Est-Ovest della città andando a raccordare, attraverso il centro storico, ambiti urbani di grande densità insediativa ancora oggi poco serviti,

-rafforzare l’offerta di servizio lungo le importanti direttrici di forza Forlanini-Argonne e Lorenteggio, con un servizio di capacità adeguata alla domanda di trasporto sulle direttrici servite,

interconnettersi con l’intero sistema portante della mobilità su ferro urbana e regionale (M1, M2, M3 e Linee S su passante, cintura e ferrovia Milano-Mortara)

-realizzare un collegamento diretto tra centro città e aeroporto di Linate,

-interconnettersi con importanti linee di forza del trasporto pubblico di superficie tramviarie e la circolare filoviaria 90/91

-contribuire a drenare il traffico veicolare privato che accede alle aree centrali della città lungo gli assi viari interessati, servendo importanti poli (Università Statale e Cattolica, Tribunale, Ospedale Maggiore, Ospedale San Giuseppe, Museo della Scienza e della Tecnica).

Le analisi della domanda che accompagnavano i primi studi confermarono la validità della scelta della due direttrici e contribuirono a definire la soluzione più adeguata all’attraversamento del centro storico, per il quale furono valutate più opzioni sia dal punto di vista della fattibilità tecnica che da quello trasportistico…”

In particolare la Metro 4 ha le seguenti connessioni: Forlanini FS con la linea S9, Susa con la filovia 90/91 (con appositi accorgimenti), Dateo con il Passante Ferroviario (Linee S1, 3, 5, 6, 14), Tricolore con la circonvallazione tranviaria (linea 9), San Babila con la Metro 1, Santa Sofia con la metrotranvia 15, Sant’Ambrogio con la Metro 2, Solari con la circonvallazione tranviaria (linea 10), Washington-Bolivar con la filovia 90/91 e San Cristoforo con la ferrovia Milano Mortara e la Linea S9. E a proposito della connessione con la M3: “… Solo la M3, infatti, corre su due gallerie sovrapposte descrivendo una curva; inoltre la posizione delle due corrispondenti stazioni, Crocetta M3 e Sforza Policlinico M4, è vincolata dalla conformazione urbana. In questo caso è stato quindi ipotizzato un collegamento pedonale che potrebbe utilizzare un percorso pubblico previsto all’interno dell’Ospedale Maggiore nell’ambito del progetto di rinnovo dello stesso.”

Ricordo inoltre che era previsto uno sbinamento subito a sud della stazione Forlanini FS, che potesse servire il quartiere “Santa Giulia”, ovvero il grande complesso edilizio ancora oggi incompleto sito nell’ex area Montedison. Nel progetto preliminare si possono vedere le due “trombette” ovvero due manufatti in cui i tunnel si allargano gradualmente fino a doppiarsi per permettere la biforcazione dei tunnel. Le due “trombette” furono poi eliminate, così come l’intera tratta verso Rogoredo, quando fu redatto il progetto definitivo

In merito all’iter approvativo: “…Come purtroppo per gran parte dei progetti di grandi infrastrutture, anche per la M4 l’iter approvativo e di finanziamento è stato lungo e complesso: si è infatti passati per il CIPE una prima volta nel 2003, con l’approvazione del progetto preliminare della tratta Ovest da San Cristoforo a Sforza-Policlinico, con finanziamento confermato nel 2007, poi nel 2009 con l’approvazione e il finanziamento della tratta Sforza-Policlinico-Linate Aeroporto, infine nel 2013 con l’approvazione del progetto definitivo approntato dal vincitore della gara, progetto che integrava le precedenti versione prodotte dalla Metropolitana Milanese S.p.A. In questa fase, negli anni 2008 e 2009, MM effettuò anche una serie di saggi archeologici che portarono a individuare le aree sensibili e nel contempo a definire in accorso con la Soprintendenza una procedura operativa da utilizzare in fase di realizzazione dell’opera al fine di controllare tempi e costi nel caso di ritrovamenti.”

Le indagini fatte nel 2009 a San Babila, Santa Sofia e De Amicis:

Sul finanziamento: “L’utilizzo della Finanza di progetto per la realizzazione della M4 è stata una scelta quasi inevitabile tenuto conto dell’entità dell’intervento, non sopportabile con le sole quote statali e comunali: il contributo privato al finanziamento risultava necessario, ma la sua forma andava ripensata rispetto alla concessione classica (schema BOT), tenuto anche conto dell’esperienza già sostenuta dal Comune di Milano con la realizzazione della Linea M5″ con l’importante precisazione che “L’interesse pubblico a chiamare il privato a condividere gli obiettivi del progetto, e cioè la sua redditività in termini di benefici sociali, ma anche di risultati economici per i capitali investiti, è comunque un elemento importante perché tale coinvolgimento porta lo stesso ad assumere comportamenti che tenderanno a controllare costi, tempi, funzionalità, gestione, rendimento dell’opera…” È soprattutto il rispetto dei tempi la chiave vincente di questa scelta, forse ancor di più che la quota privata di finanziamento; responsabilizzando il privato il Comune di Milano è riuscito a veder realizzare il secondo lotto della M5 nei tempi previsti e, oltretutto, senza costi extra rispetto a quanto pattuito all’apertura dei cantieri. Certo forse la necessità di ridurre i costi ha danneggiato soprattutto quello che è l’aspetto qualitativo ed estetico dell’opera, in nome di una funzionalità che ormai si è completamente dimenticata del “funzionalismo” che caratterizzo l’architettura ipogea della Milano anni ’60, ma anche della linea 3 e del Passante. In fondo un’amministrazione pubblica si può concedere anche una spesa in più a fondo perso per avere un risultato di qualità, mentre il privato deve badare al solo aspetto economico per rientrare dall’investimento e generare utili. D’altronde gli eccessi della “Milano da Bere” con il marmo in metropolitana hanno come spezzato l’equilibrio iniziale al quale bisogna comunque tornare e mirare. Ritornando al finanziamento: “Si optò quindi per la forma del Partenariato Pubblico Privato (PPP), che vede la compartecipazione dell’Ente Pubblico concedente nella Società di progetto incaricata della missione – che è insieme economica e sociale – di realizzare e di gestire l’infrastruttura [...] Nel 2011 è avvenuta l’aggiudicazione all’ATI composta da Impregilo (ora Salini Impregilo), Astaldi, Ansaldo STS, Sirti, Ansaldobreda (ora Hitachi Rail Italy) e ATM come esercente. Nel 2012 è partita la progettazione definitiva e nel 2013 la realizzazione della tratta anticipata per Expo da Linate Aeroporto a Forlanini FS, tratta poi non completata a causa di alcuni ritardi nell’iter approvativo e per i ricorsi sopravvenuti nel frattempo. Quindi a dicembre 2014 è stata sottoscritta la Convenzione tra comune di Milano e Società di progetto Metro4 SpA e nel gennaio 2015 sono partiti i lavori sull’intera linea, con esclusione della tratta centrale, il cui inizio è stato posticipato a novembre dello stesso anno per non interferire con il periodo di Expo 2015. Il programma lavori ha una durata di 88 mesi, comprensivo del pre-esercizio; la data di avvio del servizio pubblico è prevista per fasi tra la primavera 2021 (Linate-Forlanini FS) e il 2023 per l’intera opera. Il costo di costruzione è di 1528 milioni, comprensivo di fornitura del materiale rotabile, oneri di sicurezza, progettazione definitiva ed esecutiva e attuazione del protocollo di legalità; il costo totale con somme a disposizione (espropri, collaudi, bonifiche, IVA) è di 1850 milioni, finanziati con fondi statali (46,6%), fondi comunali (20,3%) e dei privati (33,1%). La durata della concessione è di 30 anni, di cui 22 e mezzo di esercizio della linea.”

A questo poi vanno aggiunti gli oneri per i mutui accesi dal Comune:

 

Già da subito l’intera linea doveva essere realizzata tramite l’uso di due talpe parallele che avrebbero scavato i due tunnel a servizio di stazioni con banchine a isola, fatta salva la tratta lungo viale Forlanini, inizialmente prevista in superficie. La vicinanza con l’aeroporto e le relative questioni di sicurezza portano poi a rivedere quel progetto e realizzare quindi l’intera linea in sotterraneo. Le stazioni sarebbero state tutte ad isola, ma, con quelle in centro, da realizzarsi a foro cieco con grandi volte tipo quella di Repubblica Passante. Una galleria a doppio binario sotto via Francesco Sforza avrebbe permesso l’attestazione di alcune treni e l’inversione di marcia, nel punto in cui i due lotti iniziali si sarebbero incontrati. Questo punto di inversione è poi stato sostituito con due pozzi congiunti sotto Largo Augusto, a loro volta sostituiti, con l’ultima variante, in un unico grande pozzo di forma quasi quadrata.

Il progetto preliminare con il tunnel a due binari per il recovero treni e le connessioni per l’inversione di marcia sotto via Francesco Sforza (documento regionale del 2007):

I due pozzi in Largo Augusto e il tunnel di connessione per l’inversione del senso di marcia dei treni, ora sostituiti da un unico pozzo più grande:

Con il progetto presentato dalla cordata vincitrice dell’appalto abbiamo poi avuto il sistema di costruzione che prevede l’uso di TBM (talpe) di vario diametro:

-per le tratte Linate-Tricolore e San Cristoforo Solari quattro talpe da 6,36 e 6,70 metri di diametro esterno e rispettivamente 5,50 e 5,80 metri di diametro per i tunnel;

- per la tratta Tricolore-Solari due talpe da 9,15 metri di diametro esterno e 8,15 metri di diametro per i tunnel e, in prossimità delle stazioni, per le banchine.

Con la divisione del lotto Sforza Policlinico – Linate in due lotti e la creazione della “Tratta Expo”, fu creato un tratto di tunnel a cielo aperto nell’area detta “Pratone” poco a nord della stazione Forlanini FS, mentre in origine le due talpe avrebbero dovuto procedere realizzando direttamente i tunnel.

Ecco altri dati riportati nell’articolo su Strade & Autostrade: “La linea è alimentata a 750 Vcc tramite nove sottostazioni elettriche ognuna con potenza 3MW, collocate in sotterraneo lungo la linea, e da una decima presso il Deposito con potenza da 6Mw. Il sistema di automazione è costituito da un ATC (Automatic Train Control) basato sulla tecnologia CBTC, che consente il controllo della marcia treni superando la tecnologia dei circuiti di binario; il sistema garantisce le funzioni ATP (Automatic Train Protection), ATO (Automatic Train Operation) e ATS (Automatic Train Supervision). [...] Verranno forniti 47 treni, derivati da quelli recentemente messi in servizio sulla Linea M5: si tratta di rotabili a quattro casse , di lunghezza 51 m con una capienza massima di 600 posti. All’estremità occidentale della linea verrà realizzato il deposito rotabili su una superficie di 140000mq, che comprenderà anche l’officina di manutenzione della linea ed il Posto Centrale Ausiliario di comando e controllo della linea; il Posto Centrale è invece collocato presso ATM” Ovvero in viale Monte Rosa.

 

L’avvicinamento della stazione MM4 San Babila a quella esistente della MM1 (anni 2007-2008)

Progetto (privato) di collegamento tra le due stazioni con annesso parcheggio interrato:

La nuova conformazione della stazione San Babila, con la MM1 a fianco e sopra la MM4, posta in Largo Toscanini e Corso Europa. Il progetto, nato tra il 2009 e il 2010, ha poi subito ulteriori modifiche nel 2011.

La modifica della stazione Dateo: prima versione con passaggio sopra il Passante Ferroviario con tunnel da realizzarsi a cielo aperto e la seconda versione con il proseguio dei tunnel realizzati con talpa meccanica e sottopassanti il tunnel del Passante.

L’ingombro dei cantieri secondo il primo progetto definitivo (2010)

Il progetto definitivo presentato dal concessionario, il quale prevede il passaggio sotto il Passante Ferroviaio, toccando quota -27 metri, ma elimando i cantieri dal piazzale Dateo. Questo fa della stazione Dateo la più profonda della M4.

Dunque 25 anni, da quel primo articolo raccolto, e 26 dalle prime notizie, 10 anni di cantieri, 21 stazioni, 15km di lunghezza, 2,3 miliardi di euro. Un solo numero: 4!

© 2024 Minici Giovanni Luca – www.metroricerche.it, si acconsente l’uso di questo articolo citandone l’autore e la fonte, ad esclusione delle immagini di proprietà di terzi.

Benvenuta M4!

12 ottobre 2024

San Cristoforo, la cerimonia inagurale, iniziata alle ore 10,00 ha previsto i discorsi di rito e la benedizione. La cerimonia è stata preceduta dall’esposizione di una targa in memoria di Raffaele Ielpo, vittima del lavoro, caduto proprio nel cantiere della stazione San Cristoforo. Alle 10,30 circa il Sindaco Giuseppe Sala e il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini hanno tagliato il nastro e i presenti si sono diretti verso due treni che, in successione, hanno percorso l’intero tragitto fino a Linate senza fermate intermedie in circa 15 minuti. Ad annunciare i vari passagi è stata la signora Lorena, mentre la banda musicale del Comune suonava gli inni italiano ed europeo e altre composizioni. A Linate i festeggiamenti si sono conclusi con un rinfresco. Chi ha voluto e tornato a San Cristoforo con un altro treno diretto con unica fermata a San Babila.

 

© 2024 Minici Giovanni Luca – www.metroricerche.it, si acconsente l’uso di questo articolo e delle immagini citandone l’autore e la fonte, ad esclusione delle immagini di proprietà di terzi.

Benvenuta M4!

12 ottobre 2024

 

AUGURI METRO 4!

Come tutto è iniziato, per me, con questo articolo del Corriere della Sera del 24 marzo 1999. Primo articolo da me raccolto sulle metropoltiane (su tutte, non solo M4). Ebbene sì, sono 25 anni che seguo questo progetto che oggi giunge alla sua migliore conclusione: l’inaugurazione.

 

© 2024 Minici Giovanni Luca – www.metroricerche.it, si acconsente l’uso di questo articolo e delle immagini citandone l’autore e la fonte, ad esclusione delle immagini di proprietà di terzi, come chiaramente indicato.

 

© 2024 Minici Giovanni Luca – www.metroricerche.it, si acconsente l’uso di questo articolo e delle immagini citandone l’autore e la fonte, ad esclusione delle immagini di proprietà di terzi, come chiaramente indicato.

Il pavimento in gomma nera a bolli è certamente l’elemento di arredo della Metropolitana 1 Rossa di Milano che ha avuto il maggior successo commerciale al mondo. La gomma nera per i pavimenti era un elemento innovativo di allestimento per i pavimenti e si diffondeva parallelamente ad altri materiali innovativo come il Linoleum e il vinile, due materiali con cui non va assolutamente confuso.

La Pirelli produceva già altre versioni. Sicuramente quella a righe che possiamo vedere ancora oggi presso le stazioni Wagner, De Angeli e Gambara nella tratta della M1 aperta nel 1965. Non ci sono notizie sul motivo di questa scelta, forse era una partita facente parte di un ordine poi sostituito dal pavimento a bolli e usata per non sprecarla. Ma resta un’ipotesi.

Il pavimento in gomma nera a bolli Pirelli, ottenuto con una mescola del tutto simile a quella di uno pneumatico per autovetture, era un prodotto di alto livello, così ben riuscito e studiato che i pavimenti posati tra il 1963 e il 1964 sono sostanzialmente ancora tutti in sede a fare egregiamente il loro lavoro, cosa del tutto inconsueta per pavimenti di luoghi pubblici ad alto flusso come una metropolitana.

Ma come è nato questo prodotto di design ancora oggi diffusissimo? Lo si può trovare ovunque nel mondo, in opere nuove o più vecchie, con colori diversi (in genere nero o grigio chiaro) con bolli più piccoli come a Milano o anche molto più grandi e meno spessi. La Pirelli lo faceva produrre a Terni dalla ditta Linoleum sua succursale, ma oggi viene prodotto da decine di aziende, soprattutto in Cina e anche in molte varietà di colore.

Immagine Università di Mendrisio, stazione Amendola Fiera 1963

Cosa si sa ad oggi?

1)Nel 2022 mi sono casualmente imbattuto in un articolo del mensile “Abitare” (numero 618, ottobre 2022) dedicato alla Maison de verre, realizzata nel 1928 a Parigi dagli architetti Pierre Chareau e Bernard Bijvoet. Situata al numero 31 di rue Saint-Guillame per i coniugi Dalsace. Guardano le foto mi sono accorto di un dettaglio: il pavimento della grande sala presenta dei bolli grigi. Ho subito contattato gli attuali curatori dell’immobile i quali mi hanno confermato che si tratta di un pavimento in gomma a bolli color crema (Caoutchouc non synthétique, come lo hanno definito), anche se con piastrelle di dimensione più piccole. Il curatore Marc Vellay ha sottolineato come l’origine naturale del materiale (il nostro caucciù è sinonimo di gomma) è causa di un deterioramento incostante delle piastrelle ed è legato alla ricerca di materiali nuovi legati alle imprese coloniali in Indocina da parte della Francia. Il produttore potrebbe essere la CPLC, ovvero la Compagnie Parisienne de Linoléum. Non sono riuscito a scoprire altro, ma ricordiamo come Gian Battista Pirelli avvio la sua impresa proprio dopo un viaggio di istruzione avvenuto tra il 1870 e il 1871 tra le maggiori industrie europee dell’epoca dalle quali apprese e scelse la lavorazione del caucciù. Gomma, pneumatici, Linoleum e caucciù sono termini che si intrecciano nella storia di questo materiale e sarebbe utile chiarire quali legami ci possano essere stati.

2)Ma veniamo al 1962 quando Arrigo Arrighetti sta progettando gli allestimenti della M1. Nei suoi documenti raccolti presso la biblioteca Trivulziana di Milano (Castello Sforzesco) dove è conservata un fascicolo dal titolo “Prestazioni per M.M.”, si parla molto in dettaglio del pavimento. Si tratta di appunti manoscritti corredati da disegni fatti a mano di vari dettagli e qualche foto. È certo che per i pavimenti dei corridoi di ingresso Arrighetti propone una palladiana in quarzite come infatti si può vedere nella prova di allestimento ancora presente presso la stazione Buonarroti. Per il mezzanino Arrighetti fa diverse proposte concludendo che la migliore sarebbe un pavimento in gomma. Curiosa questa affermazione “… a Londra (normali e volgari marmette di cemento compresso) per la loro eccessiva disinvoltura, e il conseguente aspetto sudicio e triste…“, che ci indica come Arrighetti fosse stato inviato a visitare gli impianti allora esistenti. Da notare, a Londra ci sono ancora le “marmette di cemento“. Ma cosa ci dice del pavimento in gomma? “Dopo parecchi scambi di idee con la Pirelli fu sottoposto alla direzione tecnica della MM un pavimento studiato appositamente su nostri appunti (Arrighetti usa il pluralis maiestatis, N.d.R.), costituito da lastre di gomma con attacco a peduncoli e superficie a dischi in leggero rilievo che risolverebbe assai bene la cosa. La ditta garantisce nei riguardi dell’usura e da testo l’esperimento della Stazione Termini – pur con altro disegno -. Unico inconveniente, veramente notevole, è il colore. Infatti la garanzia viene data per i colori nero e rosso scuro. È possibile avere anche altri colori (giallo, rosso vivo, verde, blu) ma sono di minor resistenza e di costo ben più alto. Dire che sono completamente convinto della soluzione non posso, d’altra parte, esaminate coscienziosamente tutte le altre possibili, mi pare la più accettabile.” L’architetto non aveva immaginato quanto successo invece avrebbe avuto. Qualche pagina dopo proporne uno schema con colore base il rosso-bruno e con indicazioni in verde e rosso-vivo per indicare i percorsi di entrata e uscita. Il nero non venne preso in considerazione.

3)Come noto Arrighetti viene sostituito dallo studio Franco Albini – Franca Helg dopo l’elezione a sindaco di Gino Cassinis nel 1961. Presumibilmente nel 1962 vi fu il passaggio di testimone. Arrighetti aveva iniziato a lavora sulla M1 almeno nel 1957 stando alla data impressa a mano sulla prima bozza di progetto della stazione Amendola – Fiera che resta anche il suo contributo più noto al progetto nonché unica concessione architettonica (nel senso puro del termine) lasciata dagli ingegneri della MM. Ricordo che infatti quello di Arrighetti prima e di Albini-Helg dopo fu sostanzialmente un progetto di allestimento di interni. Interni già fatti e finiti i cui lavori erano iniziati il 12 giugno 1957.

4)Cosa ci dicono le cronache dell’epoca? Sul “Corriere di Informazione” del 21 luglio 1962 possiamo leggere “Nel frattempo il consigliere delegato della M.M., ingegner Ciribini, ha raggiunto un interessante accordo con la società Pirelli per l’allestimento di pavimenti di gomma in tutte le stazioni, sia nei mezzanini che sulle banchine di attesa dei treni, per un totale di settantamila metri quadrati di superficie. Ciò costituirà un primato europeo per la Metropolitana di Milano. Si sono fatti i calcoli e s’è visto che il pavimento di gomma costerà appena cinquanta milioni di più del pavimento d’asfalto, presentano vantaggi non lievi, per esempio dal punto di vista della durata e dell’acustica. Un campione del pavimento di gomma prescelto è stato provato facendovi camminare su un certo numero di persone: s’è subito constatato che non si sente neppure il rumore dei tacchi delle scarpe femminili, le quali, invece, rimbombano sul pavimento di pietra.” Nella nota 136 del 21 luglio 1962 dell’archivio storico della Pirelli in merito all’articolo del Corriere di Informazione viene aggiunto “La piastra di gomma avrà un nuovo disegno a tondini studiato appositamente per le esigenze della Metropolitana“. Nel numero del 1963 di “Fatti e Notizie”, pubblicazione interna alla Pirelli, tra le notizie in breve si può leggere “Nell’aeroporto di Kuala Lumpur saranno impiegati 10000 metri di gomma industriale del tipo speciale a bolli studiato appositamente per la metropolitana di Milano. Di particolare interesse sotto l’aspetto tecnico l’adozione di un pavimento che dovrà adeguarsi non solo a un traffico intenso, ma anche alle condizioni del clima tropicale“. Oppure nel numero 2 sempre del 1963 “… Il pavimento è caratterizzato da superficie con dischetti di area piuttosto ampia, poco rilevati rispetti al fondo, smussati nei bordi. La percentuale di superficie in rilievo rispetto alla superficie totale del pavimento e l’ampiezza dell’area dei singoli rilievi assicurano un’ottima resistenza del pavimento all’usura e una buona stabilità ai piedi delle persone [...] La forma, l’area e l’altezza dei rilievi sono sufficienti a rendere il pavimento antisdrucciolevole in ogni direzione e impediscono di inciampare. La forma simmetrica dei rilievi e la loro uniforme distribuzione sulla superficie non vincolano l’orientamento della pavimentazione in direzione obbligate e conservano l’estetica del pavimento anche se posate in zone di larghezze non costante. I lavori di posa [...] inizieranno fra qualche mese e saranno effettuati dalla Società del Linoleum che con la MM ha concluso il contratto per l’intera fornitura“. Sappiamo dalle foto conservate presso l’archivio dell’Università di Mendrisio che presso la stazione Amendola il pavimento era già stato completamente posato nel 1963, per la Fiera Campionaria dello stesso anno. Dal numero 5 del 1964 si apprende che “si tratta del primo caso di utilizzazione di pavimenti in gomma in una metropolitana europea“. C’è da chiedersi fuori dall’Europa, in quella trentina di impianti esistenti nel mondo, dove fosse stata posata la gomma. A memoria non mi viene in mente nulla.

L’aeroporto Subang di Kuala Lumpur in costruzione. Nota storica, il 60% della mano d’opera che realizzò l’aeroporto (oggi demolito) era composta da operaie.

5)A spingermi a scrivere questo nuovo post su questo tema, con la volontà di chiudere una volta per sempre la questione sulla genesi di questo celeberrimo pavimento è stata una mostra attualmente in corso presso il Politecnico di Milano, sede di via Ampere dal titolo “Arrigo Arrighetti Architetto”, a cura di Adriana Granato e Marco Biraghi, visitabile fino al 25 marzo 2024, dove la stazione Amendola è una delle opere esposte. A corredo del materiale esposto c’è un regesto delle opere in cui si dice “Sfortunatamente in quanto dipendente del Comune, nonostante il pavimento abbia un suo disegno, fu forzato a rinunciare alle royalties del suo lavoro e al diritto di ottenere un brevetto, perdendo ogni riconoscimento della sua opera“. La fonte di questa informazione dovrebbe essere la tesi di laurea degli studenti M. Donghi e A. Vivarelli dal titolo “Arrigo Arrighetti architetto: 39 anni dedicati a Milano”, Relatore C. Badi, Politecnico di Milano, a/a 1995/96. Sembra poco ma questa affermazione, del tutto coerente con la carriera di Arrighetti, che fu dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Milano fino al 1979, chiuderebbe la questione in merito all’assenza del brevetto, da me approfonditamente cercato nel corso degli anni, senza alcun successo.

 

 

Come concludere? È probabile che Arrighetti ebbe effettivamente una spontanea idea del disegno a bolli. Un azzardo pensare che avesse visto del materiale sulla Maison du Verre o sui prodotti della CPLC. A questo punto il “padre” del pavimento a bolli neri non può che essere definitivamente lui, ma, come già intuito, questa paternità non ha mai avuto un riconoscimento formale né ha generato alcun beneficio economico per Arrighetti. Anche la sua idea di usare colori diversi fu cassata, pare, dalla Pirelli stessa che non garantiva le mescole diverse da quella nera e, lasciatemi dire, forse è stato meglio così. Un pasticcio di colori diversi, magari associato a diversi livelli di usura, non avrebbe avuto la stessa resa.

Una curiosità. Il pavimento a bolli, probabilmente quello originale della Pirelli, fa da sfondo al video musicale della canzone Tuta Gold del cantante milanese Mahmood. Infatti il video è stato girato presso il complesso del quartiere Rozzol Melara di Trieste, realizzato da un gruppo di 29 architetti coordinati da Carlo Celli tra il 1969 e il 1982. In questo video dal grande successo mondiale è visibile soprattutto nella seconda strofa nella parte girata nel tunnel vetrato.

 

© 2024 Minici Giovanni Luca – www.metroricerche.it, riproduzione vietata senza il consenso dell’autore.