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In questa terza puntata sulla metropolitana di Tokyo, passiamo ad alcuni aspetti più ingegneristici, ma di estremo interesse per via dell’arditezza delle soluzioni proposte e la loro innovatività. Parliamo infatti di sistemi costruttivi sperimentati tra gli anni ’80 e ’9o, ovvero molto prima che in Europa si iniziasse a parlare di metodo di scavo innovativi come il tunnel a due piani usato a Barcellona o la talpa che realizza anche le banchine come per la Metro 4 a Milano. In realtà i Giapponesi hanno portato numerose innovazioni in questo campo, ma sempre per via della barriera linguistica e della scarsità di informazioni giunte in occidente, queste scoperte sono rimaste ad uso degli specialisti e poco o nulla è arrivato al grande pubblico. Ecco un modo per remediare in parte.

1) TALPA SINGOLA CLASSICA

In questo caso si tratta di due tunnel scavati parallelamente da classiche talpe, ma, come nel caso della Metro 4, esse scavano anche lo spazio utile ad ospitare le banchine. La differenza sta nei conci che vengono messi in opera, in questo caso si tratta di elementi prefabbricati in acciaio che non vanno a formare un anello perfetto, ma un semicerchio con degli aggetti nei quali, in un secondo tempo, vengono prima gettate delle travi con inserti in acciaio e, in un secondo momento, posate delle colonne in acciaio. Una volta montate le colonne viene realizzato un arco che congiunga le due colonne e le travi sopra di esse, al fine di creare lo spazio per l’area centrale della banchina ad isola, nel quale poi vengono ad innestarsi, nei due terminali, le scale fisse e mobili di uscita. In questo caso il vantaggio sta nel realizzare l’intero piano banchine in sotterraneo, tuttavia la conformazione rigida della struttura costringe a posizionare le scale solo agli estremi rendendo rigido il sistema di connessioni e uscite. Difficile, inoltre, posizione gli ascensori visto la larghezza ridotta della banchina.

La stazione Nagatacho della Linea Hanzomon, realizzata con il metodo illustrato, come si vede lo spazio è tripartito dalle robuste colonne disposte su due file parallele. Architettonicamente parlando, le pareti sono stare rivestite con pannelli metallici che supportano anche la striscia segnaletica e i classici tabelloni porta nome retroilluminati, oltre ai quadri per le pubblicità. Pavimenti in gres, colonne rivestite in quella che sembra una pasta di marmo o simili e un semplice controsoffitto per nascondere gli impianti:

2) TALPA TRIPLA

In questo caso le tempistiche costruttive si riducono ulteriormente con questa spettacolare macchina composta da tre scudi di stesso diametro che posano conci in acciaio che inglobano anche i capitelli e le basi delle colonne centrali in acciaio che completano la struttura interna. Ovviamente oltra a scavare lo spazio della banchina per tutto il percorso, realizzando anche lo spazio centrale, con un ampio volume di scarto. Le foto di seguito sono sia di Tokyo, sia di Osaka. Lo schema della TBM e la foto di alcuni conci:

Lo scavo completato con i conci in opera, visto da uno dei pozzi di calagggio:

La stazione Kiyosumi-Shirakawa della Linea Hanzomon, realizzata con il metodo della tripla talpa; anche in questo caso il rivestimento è realizzato con pannelli in acciaio, con la striscia segnaletica. Anche le colonne sono rivestite in acciaio e il complesso sistema di capitelli è completamente nascosto dal controsoffitto. Le scale si trovano alle due estremità:

3) TALPA TRIPLA COMPONIBILE

Qua la fantasia degli ingegneri giapponesi si spinge oltre. Giustamente chi vede i precedenti metodi costruttivi si chiede perché scavare degli spazi che non servono, ebbene ecco la risposta: una talpa di grande diametro a cui, arrivati in prossimità dell’area di stazione, vengono attaccate ai lati due semitalpe più piccole e simmetriche che scavano le banchine. Per i giapponesi questo è un “metodo economico basato su nuove tecnologie” Sarà vero? Non possiamo dubitarne. Comunque in questo modo il tunnel ha solo lo spazio necessario, mentre le stazioni vengono sempre realizzate con talpe.

Fasi di costruzione con la sequenza di pozzi in cui vengono attaccate e staccate le talpe laterali, per la formazione del vano banchine della stazione:

Ed ecco la realizzazione pratica con l’immagine del piano banchine della stazione Shirokane-dai della Linea Namboku, con, in primo piano, una delle due banchine realizzate dalle “semi-talpe” aggiuntive, e al centro il vano binari realizzati dalla grande talpa centrale, che ha poi proseguito il suo percorso realizzando il tunnel fino alla stazione successiva. Anche in questo caso le scale sono ai due estremi, anche se questa tipologia è chiaramente più flessibile. Per il rivestimento sempre i classici pannelli e il controsoffitto. Qualsiasi tentativo di mostrare la reale forma della stazione, incluse le colonne, è pudicamente celato sotto i pannelli posati a secco. La striscia segnaletica è assente, mentre tutta la linea, aperta nel 1991, è protetta da porte di banchina integrali:

4) TALPE CON SEZIONI NON CIRCOLARI

Qua arriviamo al manierismo ingegneristico, quasi al barocco se ben vediamo le forme ottenute. Si tratta di talpe che non realizzano tunnel cilindrici ma con forme differenti, ma come ci riescono? Per logica una macchina che lavora facendo ruotare uno scudo con degli speroni che grattano il terreno, di qualunque forma sia lo scudo genererà sempre uno scavo circolare. La rotazione non può che dare quel risultato, quindi viene naturale realizzare scudi rotondi. Ma qua no, era troppo banale, ed ecco uno scudo sempre circolare, ma che ha delle parti che sporgono ritmicamente in modo da allargare lo scavo in determinati punti e ottenere così forme non circolari. Questi tunnel non servono per le stazioni ma per i tratti di linea. Non è semplice da capire ma vediamo di arrivarci, la talpa ha già la sua “corazza” della forma prescelta del tunnel, mentre la testa rotante è formata da un impianto “stellare” esagonale composto da 6 bracci dai quali spuntano delle estensioni retrattili che vengono estesi nelle parti della sezione più larghe del cerchio centrale:

Modellini delle talpe esposti al museo della metropolitana di Tokyo:

Dopo più di 10 anni dalla stesura dei primi testi, e da ben 20 anni da quanto ho iniziato a raccogliere informazioni su questo tema, sono riuscito finalmente a pubblicare un libro che coprisse in modo esauriente (dal ’800 ad oggi) molti aspetti di cui si era scritto poco e in modo frammentario. Si intitola La metropolitana milanese, evoluzione urbanistica e architettonica Con 254 pagine, 428 immagini (quasi tutte a colori), la storia della metropolitana di Milano è stata unificata in un unica monografia con un focus inedito: l’architettura. Oltre ad un primo capitolo sui progetto storici, sono trattate la Linea 1 rossa e la Linea 2 verde, la Linea 3 gialla, il Passante Ferroviario, la Linea 5 lilla e la costruenda Linea 4 blu. Con la completa descrizione delle architetture pensate per le metropolitane di Milano da Franco Albini, Franca Helgh, Marco Albini (che ha scritto anche la prefazione), Arrigo Arrighetti, Umberto Cappelli, Claudio Dini, Angelo Mangiarotti e la grafica di Bob Noorda. Un volume realizzato con il contributi iconografico e documentale di decine di archivi prubblici e privati (Albini, Noorda, Portaluppi, MM Spa, Metro4 Spa, ATM Spa, Biblioteche e Archivi civici di Milano) con il patrocinio della Fondazione Franco Albini e dell’Associazione Culturale QUATTRO. Per info e acquisti scrivete a: metroricerche@yahoo.it

Per acquistarlo ad un prezzo speciale potete contattarmi direttamente all’email: metroricerche@yahoo.it

 

 

 

© 2020 Minici Giovanni Luca – www.metroricerche.it, si acconsente l’uso di questo articolo e delle immagini citandone l’autore e la fonte, ad esclusione delle immagini di proprietà di terzi, come chiaramente indicato.

Oggi parliamo della seconda linea realizzata a Tokyo; il suo nome è Marunouchi ed è stata inaugurata il 20 gennaio 1954. La linea corre, nella parte centrale, parallela alla linea Ginza, per poi proseguire con due tratti entrambi diretti verso ovest con una diramazione nel ramo sud-ovest, unico caso in tutte le linee della città. Una piccola curiosità, questa è l’unica linea della metropolitana che serve direttamente la stazione Centrale di Tokyo. Fu la linea della rinascita post-bellica, e fu subito seguita dalla linea Akasuka (privata) nel 1960, dalla linea Hibiya nel 1961, dalla linea Tozai (privata) nel 1964, la monorotaia per l’aeroporto nel 1964 per le Olimpiadi, dalla Chiyoda nel 1969 e via dicendo in un flusso quasi ininterrotto che ha generato l’enorme e complessa rete oggi in servizio. Una rete in cui è difficile perfino distinguere esattamente da ciò che risponde pienamente alla definizione di metropolitana e ciò che li somiglia. Infatti vi sono alcune linee che fanno servizio “tipo-metropolitana” nell’area urbana, per poi tramutarsi in treno con servizi locali ed espressi. Per definizione una metropolitana non può avere incroci a raso e dovrebbe fare servizio prevalentemente urbano, ma in questi casi cosa succede? Ci vorrebbe una complessa analisi sul posto per capirlo. Se invece non approfondiamo questo tema “di dettaglio”, Tokyo ha 18 linee, così divisibili: 9 della compagnia Tokyo Metro, 4 della compagnia TOEI, 1 della compagnia Yamanote (su gomma), 1 delle ferrovie nazionali JR (monorotaia), 1 denominata Nippori-Toneri Liner (monorotaia), 1 denominata Tama (monorotaia) e 1 detta Rinkai. A queste possono essere aggiunti numerosi servizi di ferrovie urbane tra le quali la linea Yamanote, ovvero la celeberrima linea ferroviaria circolare che tocca tutte le stazioni principali. Sono circa 375km, con 338 stazioni.

Materiale pubblicitario:

I primi biglietti:

Tornano alla linea Marunouchi si tratta di un’evoluzione della prima linea, con uso quasi esclusivo di calcestruzzo armato per la realizzazione, con sezione del tunnel e delle stazioni sempre secondo il modello tedesco, ovvero con tunnel a due binari separati da un setto centrale e uso di rinforzi agli in tutti gli spigoli, ma con luci e altezze maggiori, riducendo il senso di oppressione dato dai volumi della prima metropolitana. La forma delle stazioni è molto articolata, come visibile dalle planimetrie che potete vedere qua sotto. Si vede ancora la forte mancanza di una standardizzazione delle forme e dei percorsi, comprese un paio di stazioni in superficie. Se nel capitolo sulla Ginza linea ho illustrato la stazione Ginza, punto focale della rete storica, in questo caso vi illustro la stazione Akasaka Mitsuke, dove la linea Maronouchi incontra la linea Ginza, in modo tangenziale, pertanto è stata realizzata una stazione a due piani, dove a ovest passa la linea Ginza, con i treni in direzione sud al secondo piano interrato e in direzione nord al primo. Mentre i treni della linea Maronouchi passano ad est, con i treni in direzione sud al piano secondo interrato e quelli in direzione nord al piano primo. In questo modo i passeggeri possono cambiare linea anche sulla stessa banchina o con una sola rampa di scale; la stazione è priva di mezzanino, fatta eccezione per un piccolo ambiente posto al terzo piano interrato nella parte sud della stazione, probabilmente realizzato in un secondo tempo (manca nelle planimetrie), per inserire un ascensore.

Sistema costruttivo, simile a quello della prima linea:

Sezione di una stazione con banchina ad isola e mezzanino:

Sezione di tunnel realizzata in superficie e poi interrata:

STAZIONE M8 SHINJUKU

STAZIONE M10 SHINJUKU-GYOENMAE

STAZIONE M13 AKASAKA MITSUKE (in comune con la linea Ginza)

STAZIONE M16 GINZA (coincidenza con la linea Ginza e la linea Hibiya)

STAZIONE M17 TOKYO (stazione centrale)

STAZIONE M21 HONGO-SANCHOME

STAZIONE M22 KARAKUEN

STAZIONE M25 IKEBUKURO prima e seconda versione

Dal punto di vista architettonico in origine siamo nella semplicità totale, con pareti e soffitti intonacati con colori chiari e piastrelle alle pareti, almeno per le poche foto disponibili. Successivamente si sono aggiunte numerose superfetazioni, ma di scarso interesse architettonico.

Banchine della stazione Otemachi:

Banchine della stazione Honancho nella prima versione del 1962:

Banchine della stazione Shin Nakano nel 1961, si evidenzia subito la rarefazione dei cartelli indicanti il nome della stazione. Mancano ancora tre anni alla rivoluzione della grafica coordinata e della striscia sengnaletica di Milano.

Inaugurazione della stazione Shinjuku Sanchome nel 1961, da notare la segnaletica retroilluminata.

La stazione superciaile di Korakuen:

Treno nella stazione Kokkai-Gijidomae:

Sezione con i sistemi di allestimento del mezzanino:

La stazione Ginza nel 2020, da notare l’uso abbondante di pannellatura in acciaio smaltato che rivestono praticamente ogni superficie nascondendo gli impianti secondo gli standard lanciato con la Metro 1 di Milano. Il nome della stazione è rimasto retrolluminato (cone le scritte però molto piccole e bilingue) mentre nel telaio è inserita la striscia segnaletica rossa inserita in un secondo tempo, sempre secondo lo standard “milanese”, quando l’intera segnaletica fu uniformata. In primo piano le porte di banchina a mezza altezza, tipiche della metropolitana di Tokyo.

Dopo più di 10 anni dalla stesura dei primi testi, e da ben 20 anni da quanto ho iniziato a raccogliere informazioni su questo tema, sono riuscito finalmente a pubblicare un libro che coprisse in modo esauriente (dal ’800 ad oggi) molti aspetti di cui si era scritto poco e in modo frammentario. Si intitola La metropolitana milanese, evoluzione urbanistica e architettonica Con 254 pagine, 428 immagini (quasi tutte a colori), la storia della metropolitana di Milano è stata unificata in un unica monografia con un focus inedito: l’architettura. Oltre ad un primo capitolo sui progetto storici, sono trattate la Linea 1 rossa e la Linea 2 verde, la Linea 3 gialla, il Passante Ferroviario, la Linea 5 lilla e la costruenda Linea 4 blu. Con la completa descrizione delle architetture pensate per le metropolitane di Milano da Franco Albini, Franca Helgh, Marco Albini (che ha scritto anche la prefazione), Arrigo Arrighetti, Umberto Cappelli, Claudio Dini, Angelo Mangiarotti e la grafica di Bob Noorda. Un volume realizzato con il contributi iconografico e documentale di decine di archivi prubblici e privati (Albini, Noorda, Portaluppi, MM Spa, Metro4 Spa, ATM Spa, Biblioteche e Archivi civici di Milano) con il patrocinio della Fondazione Franco Albini e dell’Associazione Culturale QUATTRO. Per info e acquisti scrivete a: metroricerche@yahoo.it

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© 2020 Minici Giovanni Luca – www.metroricerche.it, si acconsente l’uso di questo articolo e delle immagini citandone l’autore e la fonte, ad esclusione delle immagini di proprietà di terzi, come chiaramente indicato.

Oggi parliamo della Ginza Linea, una delle metropolitane (propriamente dette) dell’enorme rete di trasporti a guida vincolata (treni, tram, metro, monorotaie) dell’area metropolitana di Tokyo, in Giappone. Realizzata a partire dal 1927, è la prima metropolitana costruita in Asia, ovvero quel continente che oggi vede le reti più grandi del pianeta (ricordiamo anche Seoul) e tra queste alcune con ritmi di espansione notevoli, come Pechino e Shanghai, grazie a fondi illimitati, avanzamento tecnologico e condizioni sociali che rendono l’impresa fattibile. Eppure quella di Tokyo fu affiancata da quella di Osaka nel 1933, e poi nulla, in Asia, più fino a Tiblisi (ebbene sì) nel 1966. Solo negli anni ’70 in Giappone vi su l’esplosione del numero delle reti metropolitane per arrivare alla capillare diffusione di oggi, e per vedere una seconda linea Tokyo si dovette aspettare la linea Marunoichi nel 1954. La Ginza Line è stata la 16° metropolitana al mondo (Milano la  27°), il suo nome viene pronunciato con la G dura, quindi “ghinza”.

Sono note le fasi costruttive e la sua conformazione geometrica poiché descritte anche su volumi occidentali, ma poi tutto finisce in un silenzio dovuto all’imponente differenza linguistica che fa sì che ciò che viene scritto in loco su argomenti così di nicchia (nello studio, non nell’uso, con 1 milione di utenti al giorno) non abbia la sufficiente forza per essere tradotto e commercializzato anche in altre lingue. Nel migliore dei casi vengono prodotti libretti che illustrano i magnifici risultati delle aziende di trasporto locali, scritti in lingua locale e in inglese. Ma su storia e, tanto meno, architettura siamo a zero. Oltretutto in questo caso è perfino azzardato parlare di architettura; i Giapponesi hanno un concetto di funzionalità nei trasporti ancora più estremista di quello milanese. Le loro stazioni dei treni Shinkansen sono, sostanzialmente, delle tettoie in metallo atte a coprire solo le banchine, rigorosamente composte dai soli elementi utili (lamiera e struttura), verniciate in bianco; gli spettacolari edifici del rinascimento ferroviario europeo, da Lione di Calatrava, ad Afragola di Hadid, non sono che visione oniriche da cancellare al mattino, per il pianificatore nipponico. Si, lo so, fa eccezione la folle e post-moderna stazione di Kyoto, ma riguarda il solo edificio servizi, il resto è nel consueto stile minimal. Quindi guardando l’allestimento della metropolitana di Tokyo, salve qualche minima trovata, davvero estemporanea, l’idea è che una volta costruita la possente struttura (deve resistere a potenti terremoti locali), non si sia fatto altro che coprire il tutto con pannelli (Milano docet), pavimenti in gres, controsoffitti stile ufficio e via al servizio.

Un libretto di presentazione della Linea Ginza

Un biglietto della linea Ginza

Tracciato con le linee Ginza (giallo) e Marunouchi (fucsia), e le linee ferroviarie in azzurro, nel 1958.

Nel dettaglio, strutturalmente la metropolitana Ginza di Tokyo è ispirata a quella di Berlino, nella gran parte dei casi i mezzanini sono assenti e le stazioni si trovano direttamente sotto il piano strada, le banchine sono sia ad isola che laterali con alcuni marciapiedi in curva quando l’andamento della linea lo richiede. Ma, soprattutto, è il sistema costruttivo ad essere mutuato da quello tedesco, ovvero una cassa rettangolare sostenuta nella mezzaria da possenti travi in acciaio o calcestruzzo armato, anche in questo caso tutti i nodi sono rinforzati con connessioni oblique in modo da formare gli spazi ottagonali in qui corrono i treni o sono posizionati treno e relativa banchina. Il sistema di realizzazione è il medesimo di quello berlinese, quindi rinforzo del terreno con travi o tubi infissi nel terreno, scavo e copertura provvisoria in legno, realizzazione del tunnel, e realizzazione della copertura definitiva e del rinterro. Una via intermedia tra le origini e il metodo Milano, iscrivibile nella tipologia “cut and cover”.

In questa cartolina degli anni ’30 si nota la semplice conformazione originale delle stazioni, in cui il sistema costruttivo è il protagonista (oltre alle donne in Kimono). Ai lati e sul soffitto il telaio composto da colonne e travi in calcestruzzo armato, al centro le possenti colonne in acciaio rivettato. Qualche tentativo di arredo nelle modanature delle travi e alle basi delle colonne laterali.

La medesima struttura all’inizio degli anni 2000.

Raro disegno tecnico della Linea Ginza dove si può vedere la sezione del tunnel con la parti in calcestruzzo e quelle in acciaio, che però sembrano più sottili; forse un progetto preliminare.

Spaccato assonometrico della stazione Mitsukoshimae. Si tratta di una stazione as isola molto simile a quelle berlinesi, con un semplice mezzanino, in questo caso con dimensioni maggiorate a servizio degli importanti edifici che insistono sulla strada, tra cui il grande magazino Mitsukoshi da cui prende il nome; uno storico complesso commerciale di alto livello (la Rinascente locale).

Sezione strutturale originale della stazione Mitsukoshimae:

Schema con il sistema di costruzione della Linea Ginza. Le paratie laterali sono probabilmente realizzate con pali infissi nel terreno (metodo Berlinese).

Questa immagine dovrebbe raffigurare le prime uscite della Ginza Linea. Non c’è più traccia di queste edicole e non è chiaro si fossero delle realizzazione temporanee o siano durate per alcuni anni.

Il primo treno della Linea Ginza, con il caratteristico fanale anteriore.

Schema distributivo per la stazione Ginza, punto di incrocio delle linee Ginza (a dx), Maronouchi (a sx) e Hibiya (al centro), la terza linea realizzata nel 1961. Questa è, storicamente, la stazione cuore della rete, perchè è il primo e unico punto in cui si incrociano le prime tre linee realizzate, proprio nel cuore della grande area commerciale di lusso e a poche centinaia di metri dalla stazione Centrale.

 

In questi ultimi anni Tokyo ha voluto rinnovare l’allestimento della sua prima metropolitana. Un vasto progetto la cui conclusione è prevista per giugno 2020, in tempo per l’inaugurazione dei Giochi Olimpici. Gli anonimi allestimenti figli di 90 anni di aggiornamenti e modifiche sono stati completamente rimossi per realizzare un nuovo allestimento dominato da pannellature nere e inserti gialli (il colore della linea).

La fermata Ginza, della Linea Ginza all’inizio della fase di riallestimento: alle pareti pannelli rivestiti in quello che sembra essere travertino, con la segnaletica retrolluminata caratteristica delle metropolitane di Tokyo. Questo tipo di segnaletica è stata introdotta con la senconda linea, negli anni ’50, e, successivamente completata con i pannelli che creano la striscia segnaletica gialla “alla milanese”, per uniformare tutte le linee:

La stessa stazione a lavori avanzati, nel gennaio 2020:

La struttura originale in calcestruzzo e acciaio è ben visibile sotto i nuovi telai per i pannelli di rivesimento. Gli spazi vuoti centrali, probabilmente serviranno ad ospitare schermi pubblicitari.

Una delle stazioni già completamente rinnovate. Dove al nero dei pannelli delle pareti corrisponde il nero dei pavimenti in gress e il grigio antracite delle strutture in acciaio centrali (qui ad arco). Solo il soffitto della banchina è verniciato in bianco. Il giallo della striscia segnaletica completa il tutto. Il risultato finale è alquanto elegante e pulito per questi spazi decisamente ridotti.

A proposito di libri sulla metropolitana di Tokyo: dopio due mesi di ricerche con Google Traduttore su ogni sorta di sito, sono riuscito a trovare questo unico volume “Tokyo Metro, storia della costruzione e delle aperture”. E’ in giapponese, quindi anche il titolo è tradotto informaticamente, mentre le uniche informazioni in inglese dicono che  è stato pubblicato nel 2014 dalla Tokyo Metro Co. Ltd., ovvero una delle compagnie e parla solo di una parte delle linee, ma sono comprese le più antiche. Il volume riproduce i molti opuscoli pubblicati dal 1920 al 2014 ogni volta che venivano aperte nuove tratte, con moltissime immagini e relative didascalie che sto traducendo un po’ alla volta con lo smartphone. Comunque lo trovate in vendita su Amazon italia.

Dopo più di 10 anni dalla stesura dei primi testi, e da ben 20 anni da quanto ho iniziato a raccogliere informazioni su questo tema, sono riuscito finalmente a pubblicare un libro che coprisse in modo esauriente (dal ’800 ad oggi) molti aspetti di cui si era scritto poco e in modo frammentario. Si intitola La metropolitana milanese, evoluzione urbanistica e architettonica Con 254 pagine, 428 immagini (quasi tutte a colori), la storia della metropolitana di Milano è stata unificata in un unica monografia con un focus inedito: l’architettura. Oltre ad un primo capitolo sui progetto storici, sono trattate la Linea 1 rossa e la Linea 2 verde, la Linea 3 gialla, il Passante Ferroviario, la Linea 5 lilla e la costruenda Linea 4 blu. Con la completa descrizione delle architetture pensate per le metropolitane di Milano da Franco Albini, Franca Helgh, Marco Albini (che ha scritto anche la prefazione), Arrigo Arrighetti, Umberto Cappelli, Claudio Dini, Angelo Mangiarotti e la grafica di Bob Noorda. Un volume realizzato con il contributi iconografico e documentale di decine di archivi prubblici e privati (Albini, Noorda, Portaluppi, MM Spa, Metro4 Spa, ATM Spa, Biblioteche e Archivi civici di Milano) con il patrocinio della Fondazione Franco Albini e dell’Associazione Culturale QUATTRO. Per info e acquisti scrivete a: metroricerche@yahoo.it

Per acquistarlo ad un prezzo speciale potete contattarmi direttamente all’email: metroricerche@yahoo.it

 

 

 

 

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Riprendo quanto già scritto in un post precedente, per arricchirlo con nuove immagini e considerazioni, sia riguardanti la sua evoluzione sia un particolare che da sempre suscita curiosità nel pubblico delle visite guidate presso la Fondazione Franco Albini, ovvero la plafoniera. Inizialmente qualcuno mi ha suggerito che potesse essere una creazione dell’architetto Achille Castiglioni, ma non ho trovato conferma. Per puro caso ho invece trovato, in un contesto residenziale, una plafoniera simile a quella della centrale di San Babila, ma in un edificio progettato dal gruppo BBPR. Così con una breve ricerca su internet è emerso subito quello che vi illustro qui sotto, tuttavia non ho trovato ancora nessuna conferma che sia un progetto BBPR, ma un particolare potrebbe avvallarlo, fu infatti il celeberrimo gruppo di architetti milanesi a progettare il deposito della Linea 1 a precotto per MM. Nulla vieta di pensare che li fu chiesto di realizzare una versione apposita della plafoniera per questi spazi. Molti mi chiedono anche se la plafoniera esista ancora: ebbene nulla lo lascia presuppore, in alcune foto deli anni ’80 l’impianto di illuminazione risulta modificato e, nel 1990 la centrale di controllo fu trasferita in viale Monte Rosa. Poi, nei primi anni 2000 lo spazio della centrale di controllo fu svuotato e fu adibito a negozio di elettrodomestici ancora oggi in funzione.

Il mezzanino della stazione San Babila con, in rosso, lo spazio originale adibito a centrale di controllo delle metropolitane. Quando fu demolito per realizzare l’area commerciale, anche il corridoio visibile sulla destra e la scala a destra al centro, furono inglobate nel negozio.

Ecco le modifiche che subirà l’angolo in alto a destra, una volta realizzata la connessione con la Metro 4. In rosso i confini dello spazio dell’ex centrale di controllo.

Dalla centrale di controllo di San Babila venivano controllate le due linee esistenti, ma vi era la predisposizione per controllare e dirigere il traffico per tutte le quattro linee previste dalla “Rete delle Linee” di Amerigo Belloni. Questa è la planimetria ufficiale, dove erano già previsti gli spazi per le linee non ancora realizzate.

L’avveniristica conformazione della sala di controllo, con il quadro sinottico analogico (a sx la Linea 2 a dx la Linea 1), il banco comandi e il futuribile lampadario. Tutto rigorosamente sui toni del rosso. In queste sale erano anche presenti i monitor con le immagini provenienti dal sistema di videosorveglianza (93 telecamere), il primo al mondo ad essere installato da subito in una metropolitana, realizzato dalla Magneti Marelli. Le telecamere di ogni singola stazione potevano essere guardate anche nello spazio a disposizione del personale ATM al centro del mezzanino, tra i tornelli.

La seconda sala con il controllo degli impianti elettrici.

Non vi sono conferme, ma la plafoniera posta al centro del soffitto assomiglia in modo peculiare a questo modello disegnato dal gruppo BBPR. Ricordo che i BBPR furono coinvolti nella progettazione della Linea 1; infatti è stato disegnato da loro il deposito di Precotto. Si tratta della plafoniera mod.2045/a in alluminio placcato e vetro, realizzato nel 1962 dalla ArteLuce. La casa di Aste ha venduto quello nella foto al prezzo di realizzato di 42000 euro. Su internet si può trovare anche il mod.2045/b (venduto a 91000 dollari), con sistema di sospensione, e un mod. 2045 più piccolo (venduto a 36400 euro). La ditta ArteLuce ha chiuso nel 1974.

Dal video ATM del 1982, ecco l’orologio della centrale di controllo. Il quadrante è quello disegnato da Bob Norda per la ditta produttrice l’Ora Elettrica.

La sala del quadro sinottico (qua quello della Linea 2) in una fase successiva negli anni ’70, la plafoniera sembra già sparita.

Qua siamo nel 1980, in una pubblicazione che commemora i 25 anni della metropolitana, gli impianti sono stati arricchiti e la plafoniera originale è stata chiaramente sostituita da un modello più semplice con sistema a luce riflessa e con un grande punto luce quadrato al centro.

La sala di controllo e la sua spettacolare plafoniera pefino su una cartolina.

Dunque la sede della centrale di controllo è stata trasferita in viale Monte Rosa; i lavori per la nuova sede sono iniziati il 29/03/1989 con la ristrutturazione dello stabile prima in uso alla Italtel. Dopo l’installazione dei controlli della Linea 3 in tempo per l’inaugurazione avvenuta i 03/05/1990, vennero traferiti anche i controlli delle Linea 1 e 2. Era inoltre prevista la realizzazione di edifici nuovi in sostituzione dei capannoni attualmente esistenti nel medesimo lotto della sede ATM; al centro era prevista la costruzione di un edificio a torre per gli uffici. Nel settembre 2013 è stata inaugurata la nuova sala, sempre in viale Monte Rosa, completamente riammodernata negli impianti, per controllare fino a sei linee metropolitane. Costata 11,5 milioni di euro, è composta da 25 postazioni informatizzate, divise in tre sezioni tra le quali una per il controllo di movimento dei treni (all’epoca 12o, per 1650 corse), e una per le telecamere (all’epoca 2900). Le componenti informatiche sono state fornite dalla Alstom Trasnport e dalla IBM tramite gara di appalto.

Una piccola curiosità, questo è il set della serie televisiva Star Trek, andata in onda negli Stati Uniti per la prima volta nel 1966, due anni dopo l’inaugurazione della centrale di controllo di Piazza San Babila. Pensate quindi come poteva apparire futuristica la sala di controllo ATM agli occhi del pubblico se confrontata con questo spezzone del futuro anni ’60. Peccato che la serie sia uscita in Italia solo nel 1979, ormai forse troppo tardi per avere il corretto effetto.

 

 

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PRONTO IL LIBRO SULLA METROPOLITANA

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In più, a breve, visto che inserire proprio tutto il materiale ritrovato nel volume avrebbe richiesto la realizzazione di una piccola enciclopedia, pubblicherò su questo blog alcuni capitoli aggiuntivi.

Il volume sarà nuovamente in vendita una volta finita l’emergenza Covid-19.

 

 

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PETIZIONE PER IL COLLEGAMENTO M4-M3:

FIRMATE ORA!

NOTA METODOLOGICA: le foto che vedete in questo aggiornamento provengono dal sito di MM SpA e da foto di simpatizzanti effettuate senza uscire da casa. Colgo questa occasione per invitarvi a non uscire dalle vostre abitazioni e portare pazienza se per qualche settimana non ci saranno altre informazioni su cantieri Metro4. #iorestoacasa

AVANZAMENTO COMPLESSIVO:

47,3% al 28/02/2019

Stato dei cantieri relativo alle sole stazioni:

SAN CRISTOFORO Dal 15 marzo 2016 IN CORSO: realizzazione strutture e uscite

SEGNERI Dal 17 marzo 2015 IN CORSO: realizzazione uscite

GELSOMINI Dall’11 giugno 2015 IN CORSO: realizzazione uscite

FRATTINI Dal 26 febbraio 2015 IN CORSO: realizzazione uscite e allestimento

TOLSTOJ Da maggi0 2015 IN CORSO: realizzazione strutture

WASHINGTON-BOLIVAR Da 31 agosto 2015 IN CORSO: realizzazione strutture

FOPPA Dal 2 settembre 2015 IN CORSO: realizzazione strutture

SOLARI Dal 27 agosto 2015 IN CORSO: realizzazione strutture

SANT’AMBROGIO Dal 22 febbraio 2016 IN CORSO: scavo e realizzazione strutture

DE AMICIS Dal 22 febbraio 2016 IN CORSO: scavo e realizzazione strutture

VETRA Dal 22 febbraio 2016: IN CORSO: realizzazione strutture

SANTA SOFIA Dal 19 febbraio 2016 IN CORSO: realizzazione strutture

SFORZA-POLICLINICO Dal 01 marzo 2016, riaperto il 06 marzo 2017 IN CORSO: scavo realizzazione strutture

SAN BABILA Dal 18 dicembre 2015 IN CORSO: realizzazione strutture

TRICOLORE Dal 5 agosto 2015 IN CORSO: realizzazione strutture

DATEO Dal 23 gennaio 2015 IN CORSO: allestimento

SUSA Dal 05 febbraio 2015 IN CORSO: allestimento

ARGONNE Dal 02 febbario 2015 IN CORSO: allestimento

FORLANINI FS Dal? IN CORSO: allestimento

FORLANINI QUARTIERE Dal? IN CORSO: allestimento

LINATE AEROPORTO Dal 28 maggio 2012 IN CORSO: allestimento

FASI REALIZZATIVE:

1)rimozione arredi e alberi

2)spostamento sottoservizi e formazione cantiere definitivo

3)realizzazione pareti perimetrali e consolidamento fondo

4)scavo e posa tiranti

5)realizzazione strutture

6)realizzazione uscite

7) installazione impianti e binari

8)sistemazione superficiali e allestimento stazioni

Le talpe solitamente attraversano le stazioni durante la fase 6. I collaudi avvengono durante la fase 8.

BOB = Bonifica da Ordigni Bellici della seconda guerra mondiale.

AGGIORNAMENTO DATE DI APERTURA/CRONOPROGRAMMA (GIUGNO 2018)

SAN CRISTOFORO Dal 15 marzo 2016 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

SEGNERI Dal 17 marzo 2015 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

GELSOMINI Dall’11 giugno 2015 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

FRATTINI Dal 26 febbraio 2015 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

TOLSTOJ Da maggi0 2015 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

WASHINGTON-BOLIVAR Da 31 agosto 2015 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

FOPPA Dal 2 settembre 2015 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

SOLARI Dal 27 agosto 2015 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

SANT’AMBROGIO Dal 22 febbraio 2016 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

DE AMICIS Dal 22 febbraio 2016 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

VETRA Dal 22 febbraio 2016 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

SANTA SOFIA Dal 19 febbraio 2016 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

SFORZA-POLICLINICO Dal 01 marzo 2016, riaperto il 06 marzo 2017 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

SAN BABILA Dal 18 dicembre 2015 a dicembre 2022 (era 30 aprile 2022)

TRICOLORE Dal 5 agosto 2015 a dicembre 2022 (era 30 aprile 2022)

DATEO Dal 23 gennaio 2015 a giugno 2022 (era 30 aprile 2022)

SUSA Dal 05 febbraio 2015 a giugno 2022 (era 30 aprile 2022)

ARGONNE Dal 02 febbario 2015 a giugno 2022 (era 30 aprile 2022)

FORLANINI FS Dal? al 31 gennaio 2021 (era 30 aprile 2022)

FORLANINI QUARTIERE Dal? al 31 gennaio 2021 (era 30 aprile 2022)

LINATE AEROPORTO Dal 28 maggio 2012 al 31 gennaio 2021 (era 30 aprile 2022)

TRATTA EST

LINATE: Sono iniziati i lavori di allestimento della stazione con il montaggio delle porte di banchina e delle carpenterie metalliche che reggerrano le pannellature lungo le pareti e delle strisce segnaletiche che sono già in posizione. Sembrerebbe che quest’ultime facciano finalmente esplicito riferimento allo stile “Albini-Helg-Noorda” come più volte auspicato. Intanto è in allestimento il primo treno che dovrà effettuare i primi test sul funzionamento degli impianti.

FORLANINI QUARTIERE: terminata la realizzazione delle strutture e delle uscite, è iniziata la fase di allestimento interno.

FORLANINI FS: terminata la realizzazione delle strutture e delle uscite, è iniziata la fase di allestimento interno. Nel manufatto Sereni (“Pratone”) prosegue l’attività di supporto delle “talpe” che stanno scavando la tratta centrale. La riconsegna del pratone alla città avverrà solo una volta aperta l’intera metropolitana.

TRATTA EST

ARGONNE: terminata la realizzazione delle strutture e delle uscite, è iniziata la fase di allestimento interno.

SUSA: terminata la realizzazione delle strutture e delle uscite, è iniziata la fase di allestimento interno.

DATEO: terminata la realizzazione delle strutture e delle uscite, è iniziata la fase di allestimento interno.

TRICOLORE: prosegue l’attività di supporto alle due talpe.

TRATTA CENTRALE

SAN BABILA: completato lo scavo, si sta procedendo a consolidare il terreno per realizzare i sei cunicoli (tre per direzione) che collegheranno il vano scale centrale con i tunnel contenenti le banchine (già realizzati con le talpe).

SFORZA POLICLINICO: realizzata la soletta intermedia, è in corso la rimozione del terreno fino al fondo della stazione.

SANTA SOFIA: realizzata la soletta intermedia, è stato rimosso il terreno fino al fondo della stazione dove ora si sta procedendo a consolidare il terreno per realizzare i sei cunicoli (tre per direzione) che collegheranno il vano scale centrale con i tunnel contenenti le banchine.

VETRA: prosegue la realizzazione delle strutture interne.

DE AMICIS: è in corso la realizzazione delle paratie nord della stazione.

SANT’AMBROGIO: è in corso l’ultima fase di scavo per arrivare fino al fondo della stazione. E’ in corso la seconda fase di realizzazione del corridoio pedonale di collegamento tra M4 e M2. Nei due manufatti per la manutenzione talpe è in corso una fase di consolidamento propedeutica all’inizio dello scavo.

TRATTA OVEST

SOLARI: continua la rimozione delle due talpe che hanno scavato la tratta ovest.

FOPPA: ormai è stata quasi completata la soletta di copertura, quindi dovrebbe iniziare il rinterro propedeutico alla modifica del cantiere.

WASHINGTON-BOLIVAR: ormai è stata quasi completata la soletta di copertura, quindi dovrebbe iniziare il rinterro propedeutico alla modifica del cantiere.

TOLSTOJ: completata la realizzazione delle strutture interne, nel lato sud è già iniziato il rinterro propedeutico alla modifica del cantiere.

FRATTINI: le strutture sono ormai completate. E’ in corso la realizzazione delle uscite e la realizzazione delle partizioni interne al vano stazione.

GELSOMINI: prosegue la realizzazione delle strutture e delle uscite.

SEGNERI: prosegue la realizzazione delle strutture e delle uscite.

SAN CRISTOFORO: procede la realizzazione delle strutture e delle uscite verso piazza Tirana.

PER UN DETTAGLIO SUL METODO DI REALIZZAZIONE DELLE PARATIE DI STAZIONE: CLICCA QUI

Finalmente inizia a girare una foto dell’allestimento di prova della Metro 4. Certamente meglio della Metro5 “lilla”, ma non è certo una cosa difficile da fare. Quello che si nota è l’assenza di una ricerca specifica. In pratica si è andati sull’”usato sicuro” di matrice “nordica” (vedi Copenhagen), come era previsto proprio per la M5 prima dell’allestimento che ora possiamo vedere tutti. Sulla segnaletica bene la striscia continua; ignorate i caratteri scelti perchè si useranno quelli standard delle altre linee, ovvero la rivisitazione del carattere “Noorda” a sua volta derviazione dell’Helvetica.

Ma visto quello che si fa oggi (vedi link sotto), sopratutto in tema di materiali, visto che le strutture e i volumi sono già definiti, la capitale mondiale del design si può fermare a questo?

 

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto Surjector:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto Surjector:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Ecco la planimetria con la proposta di trasporto e stoccaggio dello smarino (le terre di scavo dei tunnel) in area Pratone e via Gatto. In parole semplici, il nastro trasportatore uscirà dai due tunnel nell’area del manufatto Sereni (Pratone) e passerà in un tunnel esistente sotto la stazione Forlanini FS delle ferrovie. Qua passera allo scoperto nella cosiddetta “area interclusa” e poi si inserirà nel sottopasso ferroviario esistente che passa sotto la linea veloce Rogoredo-Lambrate, dove potrà in breve tempo essere realizzata anche la pista ciclabile di connessione tra viale Argonne e il Parco Forlanini. Uscito dal sottopasso, il nastro trasportatore inizierà la sua risalita fino alla torre posta al centro dell’area di deposito temporaneo del materiale. Il nastro trasportatore sarà coperto per evitare la dispersione delle terre, che, comunque, sono appositamente imbevuti di un liquido che evita la dispersione di polveri.

Quale uscita sud per la stazione Argonne? Il dibattito in consiglio di zona è stato vivo e con posizioni trasversali che divisono gli opposti fronti. Meglio l’uscita originale (in verde) verso il marciapiede sud verso la via privata Marciano, o meglio l’uscita verso ovest (in rosso) con la scala all’interno del parterre? La prima eviterebbe di attraversare la strada, ma si troverebbe lontana dalle fermate del trasporto pubblico (filovia 93). La seconda sarebbe più vicina comoda per connettersi con la 93 e l’incrocio di Largo di Porto di Classe, ma richiederebbe l’attraversamento della strada. Io sono favorevole alla seconda opzione, più razionale, ma mi chiedo perchè non farle entrambe?

Foto da Google Earth:

Foto da Google Earth:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto da Google Earth:

Foto da Google Earth:

Foto da Google Earth:

Ecco il rendering del collegamento M3-M4 che ha suscitato tante polemiche. Come potete vedere sempra che il vano ascensore sia posto quasi vicino alla Basilica di San Nazaro, e quindi lì dovrebbero esserci anche le scale fisse o mobili. Ma se vediamo la foto della planimetria (che qualche coraggioso Giornalista è riuscito a pubblicare), il tunnel pedonale si ferma solo a metà di via Pantano. A cosa serve un simile manufatto? Non ha caso il rendering è subito sparito.

Foto da Google Earth:

Foto da Google Earth:

 

Foto da Google Earth:

Corridoio di collegamento tra M2 e M4:

Foto da Google Earth:

Foto da Google Earth:

 

Foto da Google Earth:

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Foto MM:

Prossima fase:

Fase successiva:

Foto da Google Earth:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto da Google Earth:

Foto MM:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto da Google Earth:

Il deposito:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

 

 

 

 

 

© 2020 Minici Giovanni Luca – www.metroricerche.it, si acconsente l’uso di questo articolo e delle immagini citandone l’autore e la fonte, ad esclusione delle immagini di proprietà di terzi, come chiaramente indicato.

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Riprendono anche nel 2020 le visite “La Rossa con occhi nuovi” che si tengono presso la Fondazione Franco Albini ogni ultimi sabato del mese. I partecipanti avranno il piacere di poter ammirare i progetti originali e una selezione di immagini tra le più belle e più significative sulle metropolitane 1 e 2 tutto ciò che ha portato alla loro nascita e alla creazione del progetto di architettura di interni e grafica firmato da Franco Albini, Franca Helg e Bob Noorda. In questa visita guidata, pensata nel 2014 per i 50 anni della Linea Rossa,  vi racconterò tutti i segreti della genesi di una metropolitana che cambiò il modo di concepire la progettazione delle stazioni e della segnaletica. Le soluzioni adottate sono state talmente innovative da essere riprese in numerose altre nazioni europee e d’oltreoceano e dare inizio ad un nuovo standard di allestimento che oggi è possibile trovare in tutto il mondo.

Sono state programmate anche le seguenti date, tenendo conto dei continui aggiornamenti causa Coronavirus, stiamo verificando la fattiblità e le nuove date costantemente. Vi consigliamo di tenervi aggiornati.

LE VISITE SONO SOSPESE A TEMPO INDETERMINATO

 

Per chi vuole approfondire è disponibile il mio libro “La metropolitana milanese: evoluzione urbanistica e architettonica”.

Per informazioni sull’acquisto del volume: metroricerche@yahoo.it

 


 

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Ecco un secondo aggiornamento dei cantieri della MM1 verso Monza. Si tratta della stazione Monza Bettola; il cantiere era chiuso e lo stato di avanzamento sembra essere fermo alle ultime foto viste. Tuttavia nel cantiere Sesto Restellone il cantiere era attivo e ormai l’intera stazione è stata interrata e le uscite sono in fase di completamento. Probabilmente faranno le stazioni in due fasi. Le foto sono state fatte il 27 febbraio 2020.

 

 

 

 

 

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Eccovi un articolo che ho recentemente trovato sul numero 278 di Epoca, settimanale della Arnoldo Mondadori Editore, pubblicato il 29 gennaio 1956. Ci troviamo tre anni dopo che Amerigo Belloni ha progettato la “Rete delle Linee” e, nel dettaglio, la Linea 1 Rossa, e siamo anche a poco più di un anno e mezzo dall’avvio dei cantieri che sarebbe avvenuto il 12 giugno 1957. Interessante leggere come ci fossero alcuni dettagli ancora diversi rispetto al progetto esecutivo, come il tunnel a doppio binario con colonne centrali o le varie diramazioni della rete con diramazioni poi sparite. Sarebbe davvero molto interessante scoprire l’esistenza di una cartella che contenta tutta la fase progettuale portata avanti dal Belloni. Esisterà? Inserisco anche un bel disegno del “centro direzionale” di Milano, così come progettato nel piano regolatore del 1953.

L’ingegner Amerigo Belloni, tra le altre cose progettista dell’Ospedale Sacco.

 

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PRONTO IL LIBRO SULLA METROPOLITANA

Dopo più di 10 anni dalla stesura dei primi testi, e da ben 20 anni da quanto ho iniziato a raccogliere informazioni su questo tema, sono riuscito finalmente a pubblicare un libro che coprisse in modo esauriente (dal ’800 ad oggi) molti aspetti di cui si era scritto poco e in modo frammentario. Si intitola La metropolitana milanese, evoluzione urbanistica e architettonica Con 254 pagine, 428 immagini (quasi tutte a colori), la storia della metropolitana di Milano è stata unificata in un unica monografia con un focus inedito: l’architettura. Oltre ad un primo capitolo sui progetto storici, sono trattate la Linea 1 rossa e la Linea 2 verde, la Linea 3 gialla, il Passante Ferroviario, la Linea 5 lilla e la costruenda Linea 4 blu. Con la completa descrizione delle architetture pensate per le metropolitane di Milano da Franco Albini, Franca Helgh, Marco Albini (che ha scritto anche la prefazione), Arrigo Arrighetti, Umberto Cappelli, Claudio Dini, Angelo Mangiarotti e la grafica di Bob Noorda. Un volume realizzato con il contributi iconografico e documentale di decine di archivi prubblici e privati (Albini, Noorda, Portaluppi, MM Spa, Metro4 Spa, ATM Spa, Biblioteche e Archivi civici di Milano) con il patrocinio della Fondazione Franco Albini e dell’Associazione Culturale QUATTRO.

In più, a breve, visto che inserire proprio tutto il materiale ritrovato nel volume avrebbe richiesto la realizzazione di una piccola enciclopedia, pubblicherò su questo blog alcuni capitoli aggiuntivi.


Per acquistarlo ad un prezzo speciale potete contattarmi direttamente all’email: metroricerche@yahoo.it

 

 

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PETIZIONE PER IL COLLEGAMENTO M4-M3:

FIRMATE ORA!

AVANZAMENTO COMPLESSIVO:

47,3% al 28/02/2019

Stato dei cantieri relativo alle sole stazioni:

SAN CRISTOFORO Dal 15 marzo 2016 IN CORSO: realizzazione strutture e uscite

SEGNERI Dal 17 marzo 2015 IN CORSO: realizzazione uscite

GELSOMINI Dall’11 giugno 2015 IN CORSO: realizzazione uscite

FRATTINI Dal 26 febbraio 2015 IN CORSO: realizzazione uscite e allestimento

TOLSTOJ Da maggi0 2015 IN CORSO: realizzazione strutture

WASHINGTON-BOLIVAR Da 31 agosto 2015 IN CORSO: realizzazione strutture

FOPPA Dal 2 settembre 2015 IN CORSO: realizzazione strutture

SOLARI Dal 27 agosto 2015 IN CORSO: realizzazione strutture

SANT’AMBROGIO Dal 22 febbraio 2016 IN CORSO: scavo e realizzazione strutture

DE AMICIS Dal 22 febbraio 2016 IN CORSO: scavo e realizzazione strutture

VETRA Dal 22 febbraio 2016: IN CORSO: realizzazione strutture

SANTA SOFIA Dal 19 febbraio 2016 IN CORSO: realizzazione strutture

SFORZA-POLICLINICO Dal 01 marzo 2016, riaperto il 06 marzo 2017 IN CORSO: scavo realizzazione strutture

SAN BABILA Dal 18 dicembre 2015 IN CORSO: realizzazione strutture

TRICOLORE Dal 5 agosto 2015 IN CORSO: realizzazione strutture

DATEO Dal 23 gennaio 2015 IN CORSO: allestimento

SUSA Dal 05 febbraio 2015 IN CORSO: allestimento

ARGONNE Dal 02 febbario 2015 IN CORSO: allestimento

FORLANINI FS Dal? IN CORSO: allestimento

FORLANINI QUARTIERE Dal? IN CORSO: allestimento

LINATE AEROPORTO Dal 28 maggio 2012 IN CORSO: allestimento

FASI REALIZZATIVE:

1)rimozione arredi e alberi

2)spostamento sottoservizi e formazione cantiere definitivo

3)realizzazione pareti perimetrali e consolidamento fondo

4)scavo e posa tiranti

5)realizzazione strutture

6)realizzazione uscite

7) installazione impianti e binari

8)sistemazione superficiali e allestimento stazioni

Le talpe solitamente attraversano le stazioni durante la fase 6. I collaudi avvengono durante la fase 8.

BOB = Bonifica da Ordigni Bellici della seconda guerra mondiale.

AGGIORNAMENTO DATE DI APERTURA/CRONOPROGRAMMA (GIUGNO 2018)

SAN CRISTOFORO Dal 15 marzo 2016 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

SEGNERI Dal 17 marzo 2015 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

GELSOMINI Dall’11 giugno 2015 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

FRATTINI Dal 26 febbraio 2015 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

TOLSTOJ Da maggi0 2015 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

WASHINGTON-BOLIVAR Da 31 agosto 2015 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

FOPPA Dal 2 settembre 2015 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

SOLARI Dal 27 agosto 2015 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

SANT’AMBROGIO Dal 22 febbraio 2016 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

DE AMICIS Dal 22 febbraio 2016 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

VETRA Dal 22 febbraio 2016 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

SANTA SOFIA Dal 19 febbraio 2016 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

SFORZA-POLICLINICO Dal 01 marzo 2016, riaperto il 06 marzo 2017 al 31 luglio 2023 (era 30 aprile 2022)

SAN BABILA Dal 18 dicembre 2015 a dicembre 2022 (era 30 aprile 2022)

TRICOLORE Dal 5 agosto 2015 a dicembre 2022 (era 30 aprile 2022)

DATEO Dal 23 gennaio 2015 a giugno 2022 (era 30 aprile 2022)

SUSA Dal 05 febbraio 2015 a giugno 2022 (era 30 aprile 2022)

ARGONNE Dal 02 febbario 2015 a giugno 2022 (era 30 aprile 2022)

FORLANINI FS Dal? al 31 gennaio 2021 (era 30 aprile 2022)

FORLANINI QUARTIERE Dal? al 31 gennaio 2021 (era 30 aprile 2022)

LINATE AEROPORTO Dal 28 maggio 2012 al 31 gennaio 2021 (era 30 aprile 2022)

TRATTA EST

LINATE: Sono iniziati i lavori di allestimento della stazione con il montaggio delle porte di banchina e delle carpenterie metalliche che reggerrano le pannellature lungo le pareti e delle strisce segnaletiche che sono già in posizione. Sembrerebbe che quest’ultime facciano finalmente esplicito riferimento allo stile “Albini-Helg-Noorda” come più volte auspicato. Intanto è in allestimento il primo treno che dovrà effettuare i primi test sul funzionamento degli impianti.

FORLANINI QUARTIERE: terminata la realizzazione delle strutture e delle uscite, è iniziata la fase di allestimento interno.

FORLANINI FS: terminata la realizzazione delle strutture e delle uscite, è iniziata la fase di allestimento interno. Nel manufatto Sereni (“Pratone”) prosegue l’attività di supporto delle “talpe” che stanno scavando la tratta centrale. La riconsegna del pratone alla città avverrà solo una volta aperta l’intera metropolitana.

TRATTA EST

ARGONNE: terminata la realizzazione delle strutture e delle uscite, è iniziata la fase di allestimento interno.

SUSA: terminata la realizzazione delle strutture e delle uscite, è iniziata la fase di allestimento interno.

DATEO: terminata la realizzazione delle strutture e delle uscite, è iniziata la fase di allestimento interno.

TRICOLORE: prosegue l’attività di supporto alle due talpe.

TRATTA CENTRALE

SAN BABILA: completato lo scavo, si sta procedendo a consolidare il terreno per realizzare i sei cunicoli (tre per direzione) che collegheranno il vano scale centrale con i tunnel contenenti le banchine (già realizzati con le talpe).

SFORZA POLICLINICO: realizzata la soletta intermedia, è in corso la rimozione del terreno fino al fondo della stazione.

SANTA SOFIA: realizzata la soletta intermedia, è stato rimosso il terreno fino al fondo della stazione dove ora si sta procedendo a consolidare il terreno per realizzare i sei cunicoli (tre per direzione) che collegheranno il vano scale centrale con i tunnel contenenti le banchine.

VETRA: prosegue la realizzazione delle strutture interne.

DE AMICIS: è in corso la realizzazione delle paratie nord della stazione.

SANT’AMBROGIO: è in corso l’ultima fase di scavo per arrivare fino al fondo della stazione. E’ in corso la seconda fase di realizzazione del corridoio pedonale di collegamento tra M4 e M2. Nei due manufatti per la manutenzione talpe è in corso una fase di consolidamento propedeutica all’inizio dello scavo.

TRATTA OVEST

SOLARI: continua la rimozione delle due talpe che hanno scavato la tratta ovest.

FOPPA: ormai è stata quasi completata la soletta di copertura, quindi dovrebbe iniziare il rinterro propedeutico alla modifica del cantiere.

WASHINGTON-BOLIVAR: ormai è stata quasi completata la soletta di copertura, quindi dovrebbe iniziare il rinterro propedeutico alla modifica del cantiere.

TOLSTOJ: completata la realizzazione delle strutture interne, nel lato sud è già iniziato il rinterro propedeutico alla modifica del cantiere.

FRATTINI: le strutture sono ormai completate. E’ in corso la realizzazione delle uscite e la realizzazione delle partizioni interne al vano stazione.

GELSOMINI: prosegue la realizzazione delle strutture e delle uscite.

SEGNERI: prosegue la realizzazione delle strutture e delle uscite.

SAN CRISTOFORO: procede la realizzazione delle strutture e delle uscite verso piazza Tirana.

PER UN DETTAGLIO SUL METODO DI REALIZZAZIONE DELLE PARATIE DI STAZIONE: CLICCA QUI

Finalmente inizia a girare una foto dell’allestimento di prova della Metro 4. Certamente meglio della Metro5 “lilla”, ma non è certo una cosa difficile da fare. Quello che si nota è l’assenza di una ricerca specifica. In pratica si è andati sull’”usato sicuro” di matrice “nordica” (vedi Copenhagen), come era previsto proprio per la M5 prima dell’allestimento che ora possiamo vedere tutti. Sulla segnaletica bene la striscia continua; ignorate i caratteri scelti perchè si useranno quelli standard delle altre linee, ovvero la rivisitazione del carattere “Noorda” a sua volta derviazione dell’Helvetica.

Ma visto quello che si fa oggi (vedi link sotto), sopratutto in tema di materiali, visto che le strutture e i volumi sono già definiti, la capitale mondiale del design si può fermare a questo?

Strisce segnaletiche “MM1 1964-Albini-Helg-Noorda” finalmente in posa.

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto da Google Earth:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Ecco la planimetria con la proposta di trasporto e stoccaggio dello smarino (le terre di scavo dei tunnel) in area Pratone e via Gatto. In parole semplici, il nastro trasportatore uscirà dai due tunnel nell’area del manufatto Sereni (Pratone) e passerà in un tunnel esistente sotto la stazione Forlanini FS delle ferrovie. Qua passera allo scoperto nella cosiddetta “area interclusa” e poi si inserirà nel sottopasso ferroviario esistente che passa sotto la linea veloce Rogoredo-Lambrate, dove potrà in breve tempo essere realizzata anche la pista ciclabile di connessione tra viale Argonne e il Parco Forlanini. Uscito dal sottopasso, il nastro trasportatore inizierà la sua risalita fino alla torre posta al centro dell’area di deposito temporaneo del materiale. Il nastro trasportatore sarà coperto per evitare la dispersione delle terre, che, comunque, sono appositamente imbevuti di un liquido che evita la dispersione di polveri.

Quale uscita sud per la stazione Argonne? Il dibattito in consiglio di zona è stato vivo e con posizioni trasversali che divisono gli opposti fronti. Meglio l’uscita originale (in verde) verso il marciapiede sud verso la via privata Marciano, o meglio l’uscita verso ovest (in rosso) con la scala all’interno del parterre? La prima eviterebbe di attraversare la strada, ma si troverebbe lontana dalle fermate del trasporto pubblico (filovia 93). La seconda sarebbe più vicina comoda per connettersi con la 93 e l’incrocio di Largo di Porto di Classe, ma richiederebbe l’attraversamento della strada. Io sono favorevole alla seconda opzione, più razionale, ma mi chiedo perchè non farle entrambe?

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto da Google Earth:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto da Google Earth:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Ecco il rendering del collegamento M3-M4 che ha suscitato tante polemiche. Come potete vedere sempra che il vano ascensore sia posto quasi vicino alla Basilica di San Nazaro, e quindi lì dovrebbero esserci anche le scale fisse o mobili. Ma se vediamo la foto della planimetria (che qualche coraggioso Giornalista è riuscito a pubblicare), il tunnel pedonale si ferma solo a metà di via Pantano. A cosa serve un simile manufatto? Non ha caso il rendering è subito sparito.

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto da Google Earth:

Corridoio di collegamento tra M2 e M4:

Manufatto Basilica

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Prossima fase:

Fase successiva:

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Il deposito:

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Ecco un secondo post sulla metropolitana di Wasghington, dopo quello sulle diverse forme architettoniche di qualche anno fa. Concepita negli anni ’60 e aperta il 27 marzo 1976, anche la metropolitana della capitale degli Stati Uniti, rientra nel filone dell’architettura modernista, o, come viene denominata ora, nell’ “International Style”, con quale sconfinamento nel brutalismo, in riferimento alla volta a cassettoni. L’idea architettonica è dell’architetto Harry Wheese della scuola di Chicago, a quel tempo perno centrale dell’architettura Made in US. Inoltre c’è anche lo “zampino milanese” di Massimo Vignelli, chiamato con il suo studio Unimark a progettare la segnaletica della nuova metropolitana. Ovviamente sempre sulla scia del successo della metropolitana milanese opera del suo socio dell’epoca: Bob Noorda. Ecco una carrellata di immagini tra la fase progettuale, con i primi schizzi, il grande mock-up aperto al pubblico e la costruzione delle volte. Un’immagine spettacolare che illustra come la volta a cassettoni in cemento armato sia in realtà semplicemente un rivestimento utile a rendere costante il volume degli ambienti delle stazioni interrate e risolvere il rapporto con la vera struttura delle volte. Completano il post alcune foto con evidenza dei dettagli dell’allestimento, assolutamente minimalista, composto essenzialmente da balaustre in cemento che formano una specie di vasca galleggiante all’interno della volta, dove le luci laterali aumentano questo effetto. Una pavimentazione in cotto lucido sembra dare un tocco classico all’ambiente. Le scale mobili nere con parapetti in cristallo illuminati contribuisce ad aumentare l’eleganza essenziale di questi ambienti. Tra i vari dettagli anche il sistema di luci a servizio dei treni: sia quelle lampeggianti lungo il bordo delle banchine che indicano l’arrivo dei treni (come doveva essere per la M3 a Milano), sia le potenti strisce illuminanti tra i due binari che illuminano la volta a cassettoni, ma che scompaiono coperte dai treni modificando completamente l’illuminazione al loro passaggio. In chiusura una menzione all’ingresso della stazione Dupont Circle, immortalato anche in alcuni film, noto per la sua pettacolare conformazione e la sua lunghissima scala mobile che percorre una specie di imbuto aperto verso l’esterno.

Schizzo di progetto disegnato dall’architetto Harry Weesw nel 1966 (The Architecture of Harry Weese © 2010 W.W Norton & Company, Inc.)

Modello in scala 1:1 di una stazione, in fase di realizzazione. (Chicago Historical Society)

Il modello completato e pronto per essere mostrato al pubblico nel 1968.

La profonda stazione Dupont Circle (linea Rossa) in costruzione. (WMATA)

Massimo Vignelli mentre presenta la segnaletica e la grafica della metropolitana di Washington.

Stazione Farragut West

Stazione Metrocenter:

 

 

 

 

 

 

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