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Category Archives: Metropolitana di Milano Linea 1

Per rimanervi vicini e comunicare il senso della cultura attraverso voci, esperienze, ruoli diversi, vi proponiamo una serie di video per raccontarvi  l’Opera, il Pensiero, il Metodo di Albini e come la Fondazione e la Franco Albini Academy, rilancino questo straordinario Patrimonio culturale per renderlo concretamente utile alla contemporaneità.

17 video da 5 minuti ciascuno, per raccontare l’opera e il Metodo del Maestro Franco Albini, dalla voce dei collaboratori di Fondazione Franco Albini e della Franco Albini Academy, che quotidianamente ne tengono in vita la memoria, ne raccolgono e ne rilanciano l’eredità in termini culturali e formativi.

LINK AL SITO DELLA FONDAZIONE ALBINI DOVE TROVARE I VIDEO

Nell’attesa (purtroppo pare molto lunga) di potervi accogliere di nuovo presso la Fondazione per le visite “La Rossa con occhi nuovi” sulla metropolitana di Milano, vi invito a vedere i video, ricordandovi che il 1° luglio ci sarà quello dedicato alla Metropolitana.

CLICCATE SULLE IMMAGINI PER ACCEDERE AI VIDEO

 

 

Dopo più di 10 anni dalla stesura dei primi testi, e da ben 20 anni da quanto ho iniziato a raccogliere informazioni su questo tema, sono riuscito finalmente a pubblicare un libro che coprisse in modo esauriente (dal ’800 ad oggi) molti aspetti di cui si era scritto poco e in modo frammentario. Si intitola La metropolitana milanese, evoluzione urbanistica e architettonica Con 254 pagine, 428 immagini (quasi tutte a colori), la storia della metropolitana di Milano è stata unificata in un unica monografia con un focus inedito: l’architettura. Oltre ad un primo capitolo sui progetto storici, sono trattate la Linea 1 rossa e la Linea 2 verde, la Linea 3 gialla, il Passante Ferroviario, la Linea 5 lilla e la costruenda Linea 4 blu. Con la completa descrizione delle architetture pensate per le metropolitane di Milano da Franco Albini, Franca Helgh, Marco Albini (che ha scritto anche la prefazione), Arrigo Arrighetti, Umberto Cappelli, Claudio Dini, Angelo Mangiarotti e la grafica di Bob Noorda. Un volume realizzato con il contributi iconografico e documentale di decine di archivi prubblici e privati (Albini, Noorda, Portaluppi, MM Spa, Metro4 Spa, ATM Spa, Biblioteche e Archivi civici di Milano) con il patrocinio della Fondazione Franco Albini e dell’Associazione Culturale QUATTRO. Per info e acquisti scrivete a: metroricerche@yahoo.it


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© 2020 Minici Giovanni Luca – www.metroricerche.it, si acconsente l’uso di questo articolo e delle immagini citandone l’autore e la fonte, ad esclusione delle immagini di proprietà di terzi, come chiaramente indicato.

Riprendo quanto già scritto in un post precedente, per arricchirlo con nuove immagini e considerazioni, sia riguardanti la sua evoluzione sia un particolare che da sempre suscita curiosità nel pubblico delle visite guidate presso la Fondazione Franco Albini, ovvero la plafoniera. Inizialmente qualcuno mi ha suggerito che potesse essere una creazione dell’architetto Achille Castiglioni, ma non ho trovato conferma. Per puro caso ho invece trovato, in un contesto residenziale, una plafoniera simile a quella della centrale di San Babila, ma in un edificio progettato dal gruppo BBPR. Così con una breve ricerca su internet è emerso subito quello che vi illustro qui sotto, tuttavia non ho trovato ancora nessuna conferma che sia un progetto BBPR, ma un particolare potrebbe avvallarlo, fu infatti il celeberrimo gruppo di architetti milanesi a progettare il deposito della Linea 1 a precotto per MM. Nulla vieta di pensare che li fu chiesto di realizzare una versione apposita della plafoniera per questi spazi. Molti mi chiedono anche se la plafoniera esista ancora: ebbene nulla lo lascia presuppore, in alcune foto deli anni ’80 l’impianto di illuminazione risulta modificato e, nel 1990 la centrale di controllo fu trasferita in viale Monte Rosa. Poi, nei primi anni 2000 lo spazio della centrale di controllo fu svuotato e fu adibito a negozio di elettrodomestici ancora oggi in funzione.

Il mezzanino della stazione San Babila con, in rosso, lo spazio originale adibito a centrale di controllo delle metropolitane. Quando fu demolito per realizzare l’area commerciale, anche il corridoio visibile sulla destra e la scala a destra al centro, furono inglobate nel negozio.

Ecco le modifiche che subirà l’angolo in alto a destra, una volta realizzata la connessione con la Metro 4. In rosso i confini dello spazio dell’ex centrale di controllo.

Dalla centrale di controllo di San Babila venivano controllate le due linee esistenti, ma vi era la predisposizione per controllare e dirigere il traffico per tutte le quattro linee previste dalla “Rete delle Linee” di Amerigo Belloni. Questa è la planimetria ufficiale, dove erano già previsti gli spazi per le linee non ancora realizzate.

L’avveniristica conformazione della sala di controllo, con il quadro sinottico analogico (a sx la Linea 2 a dx la Linea 1), il banco comandi e il futuribile lampadario. Tutto rigorosamente sui toni del rosso. In queste sale erano anche presenti i monitor con le immagini provenienti dal sistema di videosorveglianza (93 telecamere), il primo al mondo ad essere installato da subito in una metropolitana, realizzato dalla Magneti Marelli. Le telecamere di ogni singola stazione potevano essere guardate anche nello spazio a disposizione del personale ATM al centro del mezzanino, tra i tornelli.

La seconda sala con il controllo degli impianti elettrici.

Non vi sono conferme, ma la plafoniera posta al centro del soffitto assomiglia in modo peculiare a questo modello disegnato dal gruppo BBPR. Ricordo che i BBPR furono coinvolti nella progettazione della Linea 1; infatti è stato disegnato da loro il deposito di Precotto. Si tratta della plafoniera mod.2045/a in alluminio placcato e vetro, realizzato nel 1962 dalla ArteLuce. La casa di Aste ha venduto quello nella foto al prezzo di realizzato di 42000 euro. Su internet si può trovare anche il mod.2045/b (venduto a 91000 dollari), con sistema di sospensione, e un mod. 2045 più piccolo (venduto a 36400 euro). La ditta ArteLuce ha chiuso nel 1974.

Dal video ATM del 1982, ecco l’orologio della centrale di controllo. Il quadrante è quello disegnato da Bob Norda per la ditta produttrice l’Ora Elettrica.

La sala del quadro sinottico (qua quello della Linea 2) in una fase successiva negli anni ’70, la plafoniera sembra già sparita.

Qua siamo nel 1980, in una pubblicazione che commemora i 25 anni della metropolitana, gli impianti sono stati arricchiti e la plafoniera originale è stata chiaramente sostituita da un modello più semplice con sistema a luce riflessa e con un grande punto luce quadrato al centro.

La sala di controllo e la sua spettacolare plafoniera pefino su una cartolina.

Dunque la sede della centrale di controllo è stata trasferita in viale Monte Rosa; i lavori per la nuova sede sono iniziati il 29/03/1989 con la ristrutturazione dello stabile prima in uso alla Italtel. Dopo l’installazione dei controlli della Linea 3 in tempo per l’inaugurazione avvenuta i 03/05/1990, vennero traferiti anche i controlli delle Linea 1 e 2. Era inoltre prevista la realizzazione di edifici nuovi in sostituzione dei capannoni attualmente esistenti nel medesimo lotto della sede ATM; al centro era prevista la costruzione di un edificio a torre per gli uffici. Nel settembre 2013 è stata inaugurata la nuova sala, sempre in viale Monte Rosa, completamente riammodernata negli impianti, per controllare fino a sei linee metropolitane. Costata 11,5 milioni di euro, è composta da 25 postazioni informatizzate, divise in tre sezioni tra le quali una per il controllo di movimento dei treni (all’epoca 12o, per 1650 corse), e una per le telecamere (all’epoca 2900). Le componenti informatiche sono state fornite dalla Alstom Trasnport e dalla IBM tramite gara di appalto.

Una piccola curiosità, questo è il set della serie televisiva Star Trek, andata in onda negli Stati Uniti per la prima volta nel 1966, due anni dopo l’inaugurazione della centrale di controllo di Piazza San Babila. Pensate quindi come poteva apparire futuristica la sala di controllo ATM agli occhi del pubblico se confrontata con questo spezzone del futuro anni ’60. Peccato che la serie sia uscita in Italia solo nel 1979, ormai forse troppo tardi per avere il corretto effetto.


Dopo più di 10 anni dalla stesura dei primi testi, e da ben 20 anni da quanto ho iniziato a raccogliere informazioni su questo tema, sono riuscito finalmente a pubblicare un libro che coprisse in modo esauriente (dal ’800 ad oggi) molti aspetti di cui si era scritto poco e in modo frammentario. Si intitola La metropolitana milanese, evoluzione urbanistica e architettonica Con 254 pagine, 428 immagini (quasi tutte a colori), la storia della metropolitana di Milano è stata unificata in un unica monografia con un focus inedito: l’architettura. Oltre ad un primo capitolo sui progetto storici, sono trattate la Linea 1 rossa e la Linea 2 verde, la Linea 3 gialla, il Passante Ferroviario, la Linea 5 lilla e la costruenda Linea 4 blu. Con la completa descrizione delle architetture pensate per le metropolitane di Milano da Franco Albini, Franca Helgh, Marco Albini (che ha scritto anche la prefazione), Arrigo Arrighetti, Umberto Cappelli, Claudio Dini, Angelo Mangiarotti e la grafica di Bob Noorda. Un volume realizzato con il contributi iconografico e documentale di decine di archivi prubblici e privati (Albini, Noorda, Portaluppi, MM Spa, Metro4 Spa, ATM Spa, Biblioteche e Archivi civici di Milano) con il patrocinio della Fondazione Franco Albini e dell’Associazione Culturale QUATTRO. Per info e acquisti scrivete a: metroricerche@yahoo.it

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© 2020 Minici Giovanni Luca – www.metroricerche.it, si acconsente l’uso di questo articolo e delle immagini citandone l’autore e la fonte, ad esclusione delle immagini di proprietà di terzi, come chiaramente indicato.

Riprendono anche nel 2020 le visite “La Rossa con occhi nuovi” che si tengono presso la Fondazione Franco Albini ogni ultimi sabato del mese. I partecipanti avranno il piacere di poter ammirare i progetti originali e una selezione di immagini tra le più belle e più significative sulle metropolitane 1 e 2 tutto ciò che ha portato alla loro nascita e alla creazione del progetto di architettura di interni e grafica firmato da Franco Albini, Franca Helg e Bob Noorda. In questa visita guidata, pensata nel 2014 per i 50 anni della Linea Rossa,  vi racconterò tutti i segreti della genesi di una metropolitana che cambiò il modo di concepire la progettazione delle stazioni e della segnaletica. Le soluzioni adottate sono state talmente innovative da essere riprese in numerose altre nazioni europee e d’oltreoceano e dare inizio ad un nuovo standard di allestimento che oggi è possibile trovare in tutto il mondo.

Sono state programmate anche le seguenti date, tenendo conto dei continui aggiornamenti causa Coronavirus, stiamo verificando la fattiblità e le nuove date costantemente. Vi consigliamo di tenervi aggiornati.

LE VISITE SONO SOSPESE A TEMPO INDETERMINATO

 

Per chi vuole approfondire è disponibile il mio libro “La metropolitana milanese: evoluzione urbanistica e architettonica”.

Per informazioni sull’acquisto del volume: metroricerche@yahoo.it

 


 

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Ecco un secondo aggiornamento dei cantieri della MM1 verso Monza. Si tratta della stazione Monza Bettola; il cantiere era chiuso e lo stato di avanzamento sembra essere fermo alle ultime foto viste. Tuttavia nel cantiere Sesto Restellone il cantiere era attivo e ormai l’intera stazione è stata interrata e le uscite sono in fase di completamento. Probabilmente faranno le stazioni in due fasi. Le foto sono state fatte il 27 febbraio 2020.

 

 

 

 

 

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Eccovi un articolo che ho recentemente trovato sul numero 278 di Epoca, settimanale della Arnoldo Mondadori Editore, pubblicato il 29 gennaio 1956. Ci troviamo tre anni dopo che Amerigo Belloni ha progettato la “Rete delle Linee” e, nel dettaglio, la Linea 1 Rossa, e siamo anche a poco più di un anno e mezzo dall’avvio dei cantieri che sarebbe avvenuto il 12 giugno 1957. Interessante leggere come ci fossero alcuni dettagli ancora diversi rispetto al progetto esecutivo, come il tunnel a doppio binario con colonne centrali o le varie diramazioni della rete con diramazioni poi sparite. Sarebbe davvero molto interessante scoprire l’esistenza di una cartella che contenta tutta la fase progettuale portata avanti dal Belloni. Esisterà? Inserisco anche un bel disegno del “centro direzionale” di Milano, così come progettato nel piano regolatore del 1953.

L’ingegner Amerigo Belloni, tra le altre cose progettista dell’Ospedale Sacco.

 

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No, non si tratta di una nuova serie con appuntamento mensile come per la Metro4, o almeno non c’è nessuna certezza in merito, ma vale la pena approfittare della generosita di MM Spa per vedere a che punto sono questi lavori che ormai hanno un estensione cronologica degna di entrare nella migliore (sarcasticamente parlando) tradizione italica.

 SESTO RESTELLONE

TUNNEL

MONZA BETTOLA

 

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Ne parlo sempre nelle visite guidate sul progetto architettonico delle Metro 1 e 2 presso la Fondazione Franco Albini. Nel 2014 ne avevo citato l’esistenza, perché il brano fu usato per il flash mob per i 50 anni della Linea Rossa. Si tratta del brano “Metropolì Metropolà”, scritto da Giovanni D’Anzi (musica) e Alfredo Bracchi (parole), per l’inaugurazione della prima metropolitana di Milano, il 1° novembre 1964. Sì, quel Giovanni D’Anzi, milanese fino all’osso, che è l’autore della celebre “O mia bela Madunina”. Una canzone di 2 minuti e 22 secondi in dialetto milanese, ma facilmente comprensibile, chiaramente ispirata alla celebre  “Funicolì, Funicolà” scritta nel 1880 da Giuseppe Turco e Luigi Denza per celebrare l’inaugurazione della funicolare del Vesuvio. Se la canzone napoletana è ormai entrata nel repertorio dei grandi classici nazionali, la sua sorella minore milanese è invece diventata uno sbiadito ricordo conservato in qualche cassetto. Un cassetto come quello di Mario Consonni, il geometra che dagli anni ’60 fu protagonista nella progettazione dei treni e dei tram che hanno circolato, e ancora circolano a Milano. Probabilmente li fu donato il giorno dell’inaugurazione della Metro 1. Fu da lui donato alla Fondazione Franco Albini, quando io e Paola Albini ci recammo a casa sua per intervistarlo durante i preparativi dei festeggiamenti per i 50 anni della M1; la musica fu poi digitalizzata. Poco dopo riuscimmo a trovare anche lo spartito nazionale, poiché questi sono tutti conservati alla Biblioteca Nazionale di Firenze, per obbligo di legge. Grazie al disco e allo spartito fu possibile recuperare questo pezzo di folklore dimenticato, e rielaborarlo per affidarlo ai due cori che accompagnarono la passeggiata da San Babila e da Cairoli verso la Galleria Vittorio Emanuele, il 1° novembre 2014.

QUI IL LINK PER IL VIDEO DEL 2014 CON LA CANZONE

e comunque “…ma Milan l’è on gran Milan!”

 

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Perchè non regalarlo a Natale?

 

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Il libro può essere ritirato a Milano, affrettatevi per averlo in tempo per i vostri regali!

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Fino al 9 febbraio, presso Palazzo Morando, in via Sant’Andrea 6, vi invito a visitare una piacevole mostra sulla Milano degli anni ’60. Ovviamente tra le varie sezioni ne troverete una sulla metropolitana, con belle foto di Emilio Frisia, il disegno originale del primo logo creato da Bob Noorda e una bella selezione di memorabilia prestate per l’occasione dal sottoscritto. Inoltre troverete sezioni sulla cultura, l’architettura, la musica e la vita quotidiana di quel decennio di espansione e innovazione, oltre ad una doverosa commemorazione sulla strage di Piazza Fontana, di cui a breve ricorreranno i 50 anni.

 

 

 

 

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 Recentemente ho trovato questo opuscolo prodotto da ATM tra il 1964 e il 1966. Dico questo perché è un opuscolo dedicato alle connessioni tra la M1 e le linee di superficie e nella mappa la tratta per Gambara, aperta nel 1966, è ancora tratteggiata. A questo opuscolo era allegata anche la cartolina dell’inaugurazione della M1, il che mi fa presuppore che sia stata distribuita il 1° novembre 1964 al pubblico presente o agli invitati all’inaugurazione. Si tratterebbe quindi della prima mappa ufficiale con la M1, quel tipo di mappe che vengono distribuite gratuitamente al pubblico e che sono un po’ la memoria storica dell’evoluzione delle metropolitane. Si tratta di un prodotto molto basilare, senza un intervento grafico, e di sicuro senza l’intervento di Bob Noorda come si sarebbe potuto presupporre. Lo schema è molto essenziale ed abbastanza comprensibile, e qualsiasi abbellimento grafico è stato completamente eliminato; il bianco prevale. Nella sua semplicità richiama certe mappe ottocentesche create per la metropolitana di Londra, in cui l’inchiostro nero è interrotto solo dal suo naturale compagno, quello rosso. Lo stesso rosso facilmente reperibile nelle tipografie, che fu da subito usato nelle prime mappe delle metropolitane, per risaltare il percorso sul fondo nero delle mappe locali, dando così origine al tipico fenomeno che vuole che la prima linea inaugurata in ogni città prenda quasi sempre il colore rosso. Poi, a Milano, si è voluto nobilitare la scelta accompagnando il rosso al bianco nei treni e nelle strisce segnaletiche, a richiamare lo stemma comunale, la croce rossa su fondo bianco. Il formato della mappa e 17,5×11,5 cm chiusa, e 17,5×34,5 aperta.

 

 

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