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Category Archives: Metropolitana di Milano Linea 1

Finalmente ATM SpA ha messo online il suo prezioso archivio fotografico. Può essere liberamente visitato attraverso questo SITO. Naturalmente ho iniziato subito a spulciarlo con l’obiettivo di trovare foto inedite sulla metropolitana. E sono stato accontentato nel giro di pochi minuti, quando ho trovato queste interessantissime foto della centrale di controllo di San Babila. La centrale di cui avevo parlato in questo POST e che doveva servire per il telecontrollo delle quattro metropolitane della “Rete delle Linee” di Amerigo Belloni. Ed ecco in tutto il suo splendore quello che sono sempre più convinto essere un lampadario disegnato dai BBPR; qua si notano alcuni dettagli come i tre cilindri sporgenti nella prima foto o la presenza di deflettori nella seconda foto, che sembrano essere stati aggiunti in un secondo momento. Sappiamo che negli anni ’70 la stupenda plafoniera era sparita, forse dava problemi? Il mister o si infittisce e la mancanza di un riferimento a cui chiedere lumi, temo che rimarrà tale per molto tempo. Insomma: chi sa si faccia avanti!

Detto questo mi auguro che la digitalizzazione e pubblicazione dell’archivio fotografico sia solo l’inizio della digitalizzazione di tutto l’archivio, incluse le pubblicazioni ATM, i prototipi dei biglietti, le mappe storiche e gli opuscoli.

Qua la presentazione ufficiale:

La storia di ATM ha origini che si possono far risalire a inizio Novecento.
Il 1917 rappresenta la data in cui il Comune di Milano decide di municipalizzare il servizio tranviario incorporandolo nelle proprie attività. Nei primi anni Trenta si assiste alla vera e propria costituzione dell’azienda autonoma.
Parlare dell’Archivio Storico di ATM vuol dire considerare un patrimonio documentale eterogeneo, testimonianza del ruolo fondamentale che ATM ha avuto nella definizione dell’identità del territorio e della vita dei suoi abitanti; anche per questo, oltre che per la sua rilevanza storica, l’azienda intende valorizzarlo e metterlo a disposizione, a partire dalla sezione fotografica.
Il fondo fotografico conserva oltre 100.000 immagini tra negativi, stampe e diapositive, databili a partire dalla fine dell’Ottocento fino ai primi anni del Duemila; immagini che raccontano come Milano e la sua azienda di trasporto pubblico siano cresciute insieme, quartiere dopo quartiere, sempre all’avanguardia.
L’attività di catalogazione digitale del patrimonio fotografico, tuttora in corso e svolta in collaborazione con il Centro per la cultura d’impresa, rappresenta un tassello di rilevante importanza per la salvaguardia del patrimonio storico di Milano e per la narrazione della sua storia recente. L’iniziativa si inserisce in un più ampio progetto di tutela e valorizzazione del patrimonio storico documentale promosso da ATM in ottemperanza alla dichiarazione di interesse storico da parte della Soprintendenza archivistica e bibliografica della Lombardia.
Le immagini pubblicate documentano i molteplici aspetti dell’attività aziendale: i mezzi di trasporto e le strutture a essi connesse come depositi e officine, le infrastrutture sin dalla loro costruzione, il personale viaggiante, amministrativo, tecnico, i passeggeri, le iniziative istituzionali e paraziendali, il dopolavoro, la città e i comuni limitrofi.
La prima selezione di immagini pubblicata è costituita principalmente dagli scatti fotografici databili fino agli anni ’70, commissionati ad agenzie fotografiche come Farabola e Publifoto, a supporto delle varie iniziative di comunicazione tra cui la rivista aziendale. La sezione fotografica verrà progressivamente arricchita con nuove immagini.

 

Per chi vuole approfondire è disponibile il mio libro “La metropolitana milanese: evoluzione urbanistica e architettonica”.

Per informazioni sull’acquisto del volume: metroricerche@yahoo.it

 


 

© 2022 Minici Giovanni Luca – www.metroricerche.it, si acconsente l’uso di questo articolo e delle immagini citandone l’autore e la fonte, ad esclusione delle immagini di proprietà di terzi, come chiaramente indicato.

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MM S.p.A. ha organizzato una sequenza di mostre dal titolo “Che impresa fare città! MM per Milano. Una storia che costruisce futuro”. Si terrà dal 31 ottobre 2021 al 5 giugno 2022 presso la Centrale dell’Acqua in Piazza Diocleziano 5. Per INFO.

La prima mostra, che verrà inaugurata ufficialmente domani, già aperta al pubblico, ha come titolo “La rossa: una metro per ricostruire”, dedicata alla linea 1 rossa. La prima metropolitana progettata dalla MM S.p.A., all’epoca nota come Metropolitana Milanese. La prossima, che inizierà il 29 novembre, avrà come titolo “La verde: dalla città alla metropoli” e sarà dedicata alla linea 2 verde.

Ecco qualche immagine della mostra. Particolare interessante, sono finalmente riuscito a chiarire un particolare che mi aveva incuriosito: quando nel 1955 fu fondata la MM, già come S.p.A., tutte le azioni erano in mano al Comune di Milano, tranne una piccola parte, forse 1 sola azione. Ebbene ora, grazie all’esposizione di uno dei documenti fondativi originali del 4 ottobre 1955, ho capito che l’altra era in mano alla SEA, la società che ancora oggi gestisce gli aeroporti di Milano. Ora sarebbe interessante capire il motivo e se ancora oggi la situazione sia la medesima.

Eccovi qualche immagine della mostra:

 

Per chi vuole approfondire è disponibile il mio libro “La metropolitana milanese: evoluzione urbanistica e architettonica”.

Per informazioni sull’acquisto del volume: metroricerche@yahoo.it

 


 

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Dopo un primo articolo sull’info point del progetto U2-U5, ecco un nuovo articolo sulla metropolitana di Vienna e la sua architettura. Ricordo che la metropolitana di Vienna ha una storia un po’ diversa dal solito; un primo sistema di metropolitane venne aperto nel 1895 con il nome di Stadtbahn (ferrovia urbana) prima servita da treni a vapore, poi da tram elettrici, fino alla completa conversione in metropolitana avvenuta a partire dagli anni ’70. Di fatto la prima metropolitana in senso moderno fu inaugurata l’8 maggio 1967 ed era la U4, ovvero la vecchia Stadtbahn rinnovata, seguita poi il 25 febbraio 1978 dalla prima metropolitana, la U1, di nuova realizzazione. La U3 seguirà il 6 aprile 1991. Sulla “prima metropolitana” o proto-metropolitana c’è poco da aggiungere, sono già stati scritti numerosi libri, essendo un capolavoro del Secessionismo (il Liberty austriaco) dell’architetto Otto Wagner. Le edicole di accesso alla stazione Karlsplatz sono un simbolo della città di Vienna e sono un bene architettonico UNESCO. Si tratta, al momento, dell’unica metropolitana (una delle uscite è ancora in funzione) iscritta tra l’elenco dei patrimoni mondiali dell’umanità. Mentre focalizzerò questo post sulLa metropolitana propriamente detta, progettata negli anni ’60 e inaugurata a partire dal 1967, perché molte sono le similitudini architettoniche con quella di Milano di Albini, Helg e Noorda, che ne costituisce chiaramente l’ispirazione grazie alla forza innovativa del progetto milanese. Infine un piccolo aggiornamento sul bellissimo infopoint (beati loro).

Tavola del progetto originale firmato dall’Architektengruppe U-Bahn, riproducente l’originale sistema della segnaletica di direzione. Si trattava di manufatti sporgenti dal soffitto della stazione, perpendicolari ai binari, utili ad indicare la destinazione finale del treno e l’orario. Ore, minuti e destinazione era su sistema mobile a palette tipo “Solari”.

Ecco la versiona finale per la linea U1, senza più l’orologio. Questa segnaletica è stata ora rimossa e sostituita con una di tipo digitale.

Questa è invece la versione finale per la U4, con l’orologio a quadrante classico. Da notare la protezione cilindrica trasparente in plastica, che permette la rotazione delle palette.

Scala mobile di accesso alla stazione U1 Karlsplaz. Negli anni le parti di struttura non rivestite da pannelli sono state ridipinte in grigio, anzichè in nero, facendo emergere il dettaglio del calcestruzzo armato e delle tavole che ne costituivano la casseratura per il getto. Un particolare brutalista prima coperto dalla sola scelta cromatica, esattamente come per la Linea 1 di Milano.

Corridoio di distribuzione al piano banchine, stazione U1 Karlsplatz. Avendo banchine profonde ad isola, il sistema distributivo è quello denominato “Mosca” ovvero composto da tre cilindri paralleli: due con le banchine e i binari e uno centrale, più grande, per la distribuzione verso le scale mobili. In questo caso l’allestimento originale è mantenuto, quindi le possenti strutture in acciaio a vista che costituiscono le colonne tra banchine e corriodio, sono solo verniciate in nero. Un’elegante striscia segnaletica rossa divide la parte alta da quella bassa. Da notare i grandi cestini per la spazzatura.

Nella banchina (sempre U1 Karlsplatz) si manifesta in pieno la divisione tra il volume destinato ai passeggeri e quello per i treni. Il primo è rivestito da pannelli bianchi in compensato laminati con un materiale simile alla formica, sormonanti dalla striscia segnaletica rossa, mentre la zona dedicata al treno è completamente dipinta in nero. Un’unica striscia di neon illumina il tutto. Esattamente seguendo la lezione di Albini: quello che non serve all’utente, non merita di essere protagonista e va nascosto.

Dettaglio della banchina della stazione U1 Stephansplatz dove anche le parti verticali tra corridoio e banchina sono rivestite da pannelli.

La stazione U1 Schwedenplatz è invece del tipo meno profondo, realizzata con scavo dalla superficie, come per quelle della linea 1 a Milano. In questo caso l’ambiente di attesa è chiuso anche dal controsoffitto bianco, mentre parte dei pannelli verticali sono in acciaio smaltato color rosso. L’area del treno, qui non visibile, rimane completamente dipinta in nero.

Stazione U1 Vienna International Centre, realizzata con un sistema modulare prefabbricato dove ogni sezione è composta da un rivestimento esterno in acciaio a vista, e un rivestimento bianco di pannelli di compensato all’interno, con una finestra rettangolare. Alcuni moduli sono provvisti anche, alternativamente, dalla striscia segnaletica rossa, dalle panchine (monoblocco con i pannelli) o dai cestini.

Linea U3 Stubentor, lo stile è il medesimo della U1, salvo per alcuni dettagli realizzativi. Il dualismo tra bianco (umano/passeggero) e nero (macchina7servizio) è ancora più evidente. Da notare la presenza del percorso di linea sotto la striscia di neon.

Curiosa architettura della stazione U3 Stubentor, dove i due tunnel cilindrici delle banchine sono a due altezze diverse, quindi l’accesso alla banchina superiore avviene tramite un ponte che sovrappassa la banchina inferiore, che rimane perfettamente visibile dai parapetti. Ponte e banchine sono bianche, strutture e volte dei tunnel sono in colore scuro. L’effetto finale è estremamente elegante.

Versione vienense dei corrimano. Anche qua la necessità di non lasciare pericolose sporgenze è stata affrontata con una soluzione estetica che ha prodotto un semicerchio. Da notare la presenza di una doppia fila di tubi, a servizio di persone con differenti altezze. Ma colore, diametro e andatura ricordano Milano.

Ancora di più lo ricordano i tornelli, che come in Germania, sono privi di barriera. La civiltà si manifesta nel mondo reale.

Palina di accesso. Qua invece l’originalità della forma è assoluta.

Sempre U3 Stubentor, a proposito di Sant’Ambrogio e accesso nel fossato medievale. Un’idea per nulla nuova se vediamo questo accesso. A destra l’antico muro cittadino.

Resti inglobati nel mezzanino.

Una curiosità: pensavate che il pavimento a bolli non fosse stato usato anche a Vienna? Sbagliavate, perchè lo si trova nei vecchi treni degli anni ’70 che ancora circolano sulla Linea U3.

Ecco il mock up (allestimento di prova in scala 1:1) della nuova linea U5 (che ancora manca). Segnaletica secondo il canone e pannelli bianchi per i rivestimenti delle pareti. Si mantiene anche il controsoffitto forato, a cambiare è solo la sezione del rivestimento, da circolare ad angolare.

Si parla di metropolitane nel mondo, ed ecco anche Milano, con mappa non ufficiale e foto ufficiale proveniente dalla raccolta della Fondazione Franco Albini, correttamente indicata.

 

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Questa settimana è stato presentato il progetto definito per il prolungamento della Metropolitana Linea 1 Rossa di Milano a Baggio. Un prolungamento atteso da anni per quello che rimane il quartiere davvero “satellite” del territorio urbano di Milano. Il progetto prevede tre nuove stazioni e un nuovo deposito; il tracciato sarà interamente interrato e le stazioni verranno realizzate sfruttando spazi liberi lungo l’asse viario di via Ferruccio Parri e via Sandro Pertini. Qui di seguito alcune slide con i dettagli della posizione delle stazioni, del deposito e delle possibili sistemazioni superficiali. Dopo questa fase MM Spa predisporrà il progetto esecutivo, propedeutico all’ottenimento definitivo dei finanziamenti e alla predisposizione del bando per la gara di appalto. Sebbene si parli di avvio cantieri per fine 2023, ricordo che le attuali fasi burocratiche non permettono di avere delle date precise né per l’avvio lavori né, tantomeno, per l’inaugurazione dell’opera.

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Finalmente ritornano le visite “La Rossa con occhi nuovi” che si tengono presso la Fondazione Franco Albini nella speranza di rivedervi in sicurezza, ma soprattutto dal vivo! Eccovi quindi due nuove date in occasione del Salone del Mobile e del Fuori Salone. I partecipanti avranno il piacere di poter ammirare i progetti originali e una selezione di immagini tra le più belle e più significative sulle metropolitane 1 e 2 tutto ciò che ha portato alla loro nascita e alla creazione del progetto di architettura di interni e grafica firmato da Franco Albini, Franca Helg e Bob Noorda. In questa visita guidata, pensata nel 2014 per i 50 anni della Linea Rossa, vi racconterò tutti i segreti della genesi di una metropolitana che cambiò il modo di concepire la progettazione delle stazioni e della segnaletica. Le soluzioni adottate sono state talmente innovative da essere riprese in numerose altre nazioni europee e d’oltreoceano e dare inizio ad un nuovo standard di allestimento che oggi è possibile trovare in tutto il mondo.

Per consentire una visita in sicurezza sarà ridotto il numero massimo di partecipanti, sarà obbligatorio l’uso della mascherina durante tutta la visita, se il tempo lo permette, verranno mantenute aperte le finestre. Il biglietto di ingresso ha un costo di euro 13,00 e la prenotazione è obbligatoria scrivendo a info@fondazionefrancoalbini.com o telefonando allo 02 4982378.

Speciale Superfuorisalone 2021:

mercoledì 8 settembre ore 18,30

 

giovedì 9 settembre ore 18,30


…le visite ordinarie riprenderanno a fine settembre!

 

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È stato inaugurato oggi, finalmente, il Museo ADI (Associazione per il Disegno Industriale) e del Compasso d’Oro, uno dei più prestigiosi premi internazionali per il design. Il premio fu istituito nel 1954 su proposta di Giò Ponti e con il supporto de La Rinascente, arriva oggi finalmente ad avere una sede espositiva utile all’esposizione permanente della sua immensa collezione. Il museo si trova nell’area recentemente rinnovata posta tra le vie Ceresio e Bramante e il piazzale del Cimitero Monumentale, nel complesso un tempo occupato dall’ENEL, in quella che era un tempo uno dei capannoni usati per l’approvvigionamento elettrico. L’esposizione è divisa in varie sezioni, la prima delle quali espone dei focus dedicati ad una selezioni di progetti vincitori, che cambierà nel corso degli anni. In questa prima selezione uno dei progetti protagonisti è quello che vinse il Compasso d’Oro nel 1964, ovvero l’allestimento degli interni della Linea 1 Rossa ad opera di Franco Albini, Franca Helg e Bob Noorda. Un progetto di design a scala urbana di rilevanza sociale, che ben si affianca al motto dell’attuale allestimento “dal cucchiaio alla città”. Sono esposti nella sezione alcuni componenti originali dell’arredo, notiziari aziendali d’epoca, disegni tecnici, mappe d’epoca forniti da ATM (segno di un rinnovato interesse per gli aspetti culturali da parte dell’azienda), foto e progetti dell’arredo forniti dalla Fondazione Franco Albini, progetti grafici dallo studio Noorda, e anche qualche pezzo prestato dal sottoscritto, come il modello di uno spaccato della stazione San Babila e alcuni quotidiani dell’epoca. Un’inaugurazione, questa, quanto mai sentita, oltre che attesa e partecipata, sperando che sia segno di un ritorno alla normalità che ormai sembra iniziato.

Per info sul museo: CLICCA QUI

 

 

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Ecco la nuova mappa pensata per accogliere la Metro 4 la cui apertura potrebbe avvenire quest’anno, pandemia permettendo. Da notare anche come finalmente le Linee S siano state integrate seriamente nella mappa dando un nuovo impulso all’interoperabilità dei trasporti pubblici di Milano e dell’area metropolitana.

Dopo più di 10 anni dalla stesura dei primi testi, e da ben 20 anni da quanto ho iniziato a raccogliere informazioni su questo tema, sono riuscito finalmente a pubblicare un libro che coprisse in modo esauriente (dal ’800 ad oggi) molti aspetti di cui si era scritto poco e in modo frammentario. Si intitola La metropolitana milanese, evoluzione urbanistica e architettonica Con 254 pagine, 428 immagini (quasi tutte a colori), la storia della metropolitana di Milano è stata unificata in un unica monografia con un focus inedito: l’architettura. Oltre ad un primo capitolo sui progetto storici, sono trattate la Linea 1 rossa e la Linea 2 verde, la Linea 3 gialla, il Passante Ferroviario, la Linea 5 lilla e la costruenda Linea 4 blu. Con la completa descrizione delle architetture pensate per le metropolitane di Milano da Franco Albini, Franca Helgh, Marco Albini (che ha scritto anche la prefazione), Arrigo Arrighetti, Umberto Cappelli, Claudio Dini, Angelo Mangiarotti e la grafica di Bob Noorda. Un volume realizzato con il contributi iconografico e documentale di decine di archivi prubblici e privati (Albini, Noorda, Portaluppi, MM Spa, Metro4 Spa, ATM Spa, Biblioteche e Archivi civici di Milano) con il patrocinio della Fondazione Franco Albini e dell’Associazione Culturale QUATTRO. Per info e acquisti scrivete a: metroricerche@yahoo.it

Per acquistarlo ad un prezzo speciale potete contattarmi direttamente all’email: metroricerche@yahoo.it

 

 

 

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Perchè non regalarlo a Natale?

 

Dopo più di 10 anni dalla stesura dei primi testi, e da ben 20 anni da quanto ho iniziato a raccogliere informazioni su questo tema, sono riuscito finalmente a pubblicare un libro che coprisse in modo esauriente (dal ’800 ad oggi) molti aspetti di cui si era scritto poco e in modo frammentario. Si intitola La metropolitana milanese, evoluzione urbanistica e architettonica Con 254 pagine, 428 immagini (quasi tutte a colori), la storia della metropolitana di Milano è stata unificata in un’unica monografia con un focus inedito: l’architettura. Oltre ad un primo capitolo sui progetti storici, sono trattate la Linea 1 rossa e la Linea 2 verde, la Linea 3 gialla, il Passante Ferroviario, la Linea 5 lilla e la costruenda Linea 4 blu. Con la completa descrizione delle architetture pensate per le metropolitane di Milano da Franco Albini, Franca Helgh, Marco Albini (che ha scritto anche la prefazione), Arrigo Arrighetti, Umberto Cappelli, Claudio Dini, Angelo Mangiarotti e la grafica di Bob Noorda. Un volume realizzato con il contributo iconografico e documentale di decine di archivi pubblici e privati (Albini, Noorda, Portaluppi, MM Spa, Metro4 Spa, ATM Spa, Biblioteche e Archivi civici di Milano) con il patrocinio della Fondazione Franco Albini e dell’Associazione Culturale QUATTRO.

 

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Tanti anni fa, sicuramente più di dieci, avevo trovato presso la Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli”, presso il Castello Sforzesco, una mappa della metropolitana di Milano, classificata come risalente al 1969. Era un ritaglio da qualcosa di più grande. Inoltre, se ben ricordo, era incollata su un supporto che non permetteva di guardare il retro. Qualche settimana fa ho trovato finalmente l’origine dell’immagine, ovvero una mappa pieghevole edita della Federico Motta per conto di ATM, nel gennaio 1967. Essa contiene esattamente il frammento conservato presso la Bertarelli come confermato dalla medesima pubblicità con date relative ad un concorso. Dunque, alla fine, si tratta di una seconda versione della mappa della metro di Milano, molto più evoluta della prima e anche con un progetto grafico semplice ma di grande effetto, soprattutto nella copertina. Aperta la mappa su un lato si trova la planimetria integrale di Milano con tutte le linee urbane e il tracciato della metro e i suoi tre capilinea denominati tutti bizzarramente “1 M”. Su questa mappa non sono riportati i nomi delle stazioni. Sul retro c’è invece lo schema della metro con i nomi delle stazioni e l’elenco dei mezzi di superficie con cui era possibile interscambiare. Inoltre sono presenti numerose pubblicità della Federico Motta Editore. Probabilmente ATM fece produrre la mappa gratuitamente in cambio degli spazi pubblicitari. La copertina è estremamente elegante, con il rosso della Linea 1, lo stemma di Milano, e poche parole in un carattere con grazie, tutti minuscolo, e allineati in due blocchi uno in alto a sinistra e l’altro in basso a destra. Nelle tre immagini vedete: la copertina, la mappa completa, lo schema di linea della metropolitana e le pubblicità. Nell’ultima immagine, la scansione di quanto conservato presso l’archivio Bertarelli.

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Dopo tante ricerche e alcune peripezie postali, sono finalmente riuscito a trovare e comprare la rivista sulla quale era stata pubblicato un bel disegno dedicato alla metropolitana di Milano 1 Rossa e ai suoi storici -e ormai scomparsi- tornelli. Si tratta del numero 975 di Grand Hotel del 27 febbraio 1965, una nota rivista di intrattenimento leggero celeberrima per i suoi fotoromanzi, ormai oggetto di cult. Purtroppo il numero che sono riuscito ad acquistare non è in buone condizioni, quello migliore si è perso (diciamo così). Il disegnatore è Walter Molino (1915-1997), uno dei più grandi disegnatori per l’editoria italiana. La firma si trova in basso a sinistra. Una particolarità, più volte guardando questa immagine con altre persone, abbiamo riflettuto sulla possibilità che per disegnare il volto della signora intrappolata nei tornelli, Molino si sia ispirato al volto di Claudia Cardinale, diciamo che è una tesi rinforzata dalla foto che vi allego sotto. Un piccolo riassunto sui tornelli: furono disegnati appositamente da Franco Albini e realizzati da una ditta bolognese specializzata in macchine automatiche. Furono rimosse nei primi anni 2000 perché non più a norma per l’antincendio. Al momento non risulta che sia stato preservato nessuno di questi tornelli. L’ultimo era esposto al pubblico presso il Museo Ogliari di Ranco, ma di lui si sono perse le tracce dopo il trasferimento dei reperti presso il museo Volandia dell’aeroporto di Malpensa. I responsabili, da me contattati, hanno riferito che tra i materiali consegnati non risulta il tornello. ATM non ha mai confermato di averne conservati di campioni, e il personale da me intervistate ha detto di non averne mai visti nei depositi. Un pezzo di design italiano sparito nel nulla, viva le novità.

 

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