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Category Archives: Architettura delle metropolitane

In esclusiva per i lettori del blog Metroricerche, ecco la versione italiana di un ottimo articolo tutto dedicato alla metropolitana di Washington. Colgo l’occasione per ricordare che lo studio della segnaletica e della grafica della metropolitana della capitale degli Stati Uniti, è stata creata dal milanese Massimo Vignelli, già autore della segnaletica della metropolitana di New York con la collaborazione di Bob Noorda. Un’altra segnaletica figlia della metropolitana di Milano.

La metropolitana di Washington è nota per le sue stazioni con le volte a botte e i cassettoni, ma ci sono ben undici differenti tipologie architettoniche progettate per l’intera rete. Vediamo quali sono.

STAZIONI SOTTERRANEE

STAZIONI TIPO “WAFFLE” A CASSETTONI

Da tempo il tipo di stazione più comune è quella denominata “Waffle” o più tecnicamente con la volta “a cassettoni”, ideata dallo studio CDA e da Harry Weese. Ci sono ben 32 stazioni con questa conformazione, situate sopratutto nel centro città. La volta è caratterizzata dalla presenza di piccoli cassettoni rettangolari che si allineano alle pareti dando l’idea che una cialda avvolga il vano della stazione. La maggior parte di queste fermate sono state costruire usando dei casseri appositamente progettati, solo la stazione Dupont Circle fu realizzata usando pannelli prefabbricati.

Il disegno dei cassettoni è stato usato per la prima linea aperta nel 1976. Le ultime stazioni realizzate con questa architettura sono Waterfront e Navy Yard, aperte nel 1991 quando fu inaugurata la Green Line.

STAZIONI CON ARCHITETTURA TIPO 1

Dopo la tipologia a cassettoni si iniziò ad usare massicciamente elementi prefabbricati per ridurre i costi. Queste stazioni, denominate in loco “Arch I” (architettura 1) presentano ancora delle similitudini con le volte originali, ma invece di molteplici e piccoli  cassettoni rettangoli, vi sono solo quattro vani lungo l’intero arco della volta, allineati in senso verticali per l’intera lunghezza. Queste stazioni sono state realizzate solo per l’estensione ad ovest della Red Line a partire dal 1981 dalla stazione Dupont Circle alla stazione Van Ness. L’ultima stazione realizzata con questo disegno è Grosvenor nel 1984.

STAZIONI CON ARCHITETTURA TIPO 2

Simili alla tipologia precedente, le stazioni denominate “Arch II” (architettura 2) presentano sei grandi cassettoni verticali invece dei quattro precedenti,  sempre realizzate con moduli prefabbricati.  Le stazioni con questa conformazione sono poche e recenti, ad eccezione di Mount Vernon Square, aperta nel 1991, insieme alle stazioni a cassettoni.

STAZIONI IN GALLERIE PARALLELE

L’ultimo tipo di stazione sotterranea è quella a gallerie parallele, con piattaforma ad isola. Questa tipologia è stata usata solo per le stazioni più profonde di Wheaton e Forest Glen dove la linea è costituita da due tunnel paralleli a canna singola. Anziché presentarsi con un unica grande volta  queste fermate ne hanno due di dimensioni ridotte connesse da un corridoio. Anche la stazione di Fort Totten ha questa conformazione, nonostante sia molto poco profonda, tanto che parte della stessa è all’aperto. Le stazioni più profonde sono state aperte nel 1990, mentre quella più superficiale nel 1993.

STAZIONI IN SUPERFICIE

In aggiunta ai quattro tipi di stazione in sotterraneo, ci sono sette tipologie di stazioni in superficie. Possono essere raggruppate in tre categorie: ad ali di gabbiano, a punta e a mansarda. La tettoia curva ad ali di gabbiano contrasta con le più squadrate coperture del tipo “a punta”, mentre la tipologia a “mansarda” richiama più facilmente la volte delle stazioni sotterranee.

STAZIONI AD ALI DI GABBIANO TIPO 1

Questo tipo fu il primo ad essere utilizzato per le stazioni all’aperto. Il tetto è perfettamente identico alla sagoma di un gabbiano in volo. La tettoia è formata da cemento a vista, esattamente come le stazioni sotterranee così come la anche la forma arcuata delle due volte gemelle richiama le volte a botte. Questo tipo di stazione risale alla prima linea del 1976 ed è comune a tutte le stazioni realizzate fino ai tardi anni ’70. L’ultima comparsa di questo tipo di tetti risale al 1993, quando fu realizzato il  piano più basso della stazione Fort Totten dove la tettoia combacia con quella del livello superiore (aperto nel 1978) ma non fu realizzato fino all’apertura della Green Line. L’ultima stazione realizzata esclusivamente con questa copertura fu Van Dorn Street nel 1991.

 

STAZIONI AD ALI DI GABBIAMO TIPO 2

 

Dopo che con l’apertura dell’estensione verso Branch Avenue nel 2001 il piano Regionale del 1968 fu completato. In questa occasione l’amministrazione decise di interrompere il file conduttore del brutalismo delle prime stazioni con cemento a vista. Queste ultime tre stazioni facenti ancora parte del progetto di rete originale, aprirono nel 2004; ci sono notevoli differenze nei colori, nei materiali e nel disegno delle strutture. Tuttavia l’aspetto generale è sostanzialmente simile alle ali di gabbiano del disegno originale, tanto da poter essere chiamati “Ali di gabbiano 2″.

STAZIONI DELLA CITTA’ DI ALEXANDRIA

Due delle stazioni aperte nel 1983 presentano un nuovo tipo di tettoia sopratutto perché la città di Alexandria si mostro preoccupata che lo stile ad ali di gabbiano mal si intonasse con lo stile architettonica del centro storico. Queste stazioni dette “Alexandria Peak” sono Braddock Road e King Street. La tettoia è di forma triangolare con un’apertura trasparente lungo l’intera sommità del tetto; la copertura della stazione King Street è interrotta in modo da non coprire la visuale del locale George Washington Masonic National Memorial.

STAZIONI DEL GENERAL PEAK

Questa tipologia è apparsa per la prima volta nel 1980 quanto aprì la stazione Addison Road. Queste stazioni sono coperta da una tettoia piana in cemento che copre le banchine e al centro presenta, per tutta la lunghezza, un copertura in ferro e vetro di forma triangolare. Lo stile è decisamente differente da quello ad “ali di gabbiano”, ma i materiali sono simili. Questo stile è comune alle stazioni aperte tra il 1980 e la fine degli anni ’90.

STAZIONI DELL’HIGH PEAK

Queste stazioni sono simili come copertura a quelle precedenti tanto da poter essere incluse nella precedente lista, tuttavia la larghezza maggiore della copertura e la sua altezza tale da includere anche un mezzanino, costituiscono differenze sostanziali. Infatti, mentre le copertura delle stazioni del tipo “General Peak” hanno le tettoie di poco elevate sopra la sagoma del treno, queste stazioni hanno il tetto molto più alto anche nelle parti in cui il mezzanino è assente; in questo modo si viene a formare uno spazio assai alto su parte della banchina che, tuttavia, offre uno scarso riparo dagli eventi atmosferici.

Questa copertura nelle ultime stazioni costruite secondo lungo il progetto di rete originale. E’ presente solo a Franconia-Springfield e in altre tre stazioni aperte nel 2001 lungo l’estensione verso Branch Avenue.

STAZIONI DEL TYSONS PEAK

Le stazioni della Silver Line si presentano in modo nettamente differente rispetto ai primi allestimenti, seguendo la tradizione iniziata nel 2004. Queste tettoie sono più leggere e con un maggior senso di contemporaneità rispetto al brutalismo del cemento a vista delle stazioni ad Ali di Gabbiano. Queste coperture sono simili in sezione a quelle del General Peak con l’apice al centro della banchina ad isola e la vetrata al centro lungo tutta la lunghezza. Ma i materiali sono più simili a quelli classici richiamati dalle stazioni dell’Alexandria Peak.

COPERTURA A MANSARDA (GAMBREL ROOF)

La copertura a mansarda è anch’essa tipica della Silver Line aperta nell’estate del 2014. Questa copertura più alta è realizzata in metallo e con materiali più leggeri. La forma arcuata resta comunque un tributo alle volte originali delle stazioni sotterranee.

STAZIONI CON TIPOLOGIA PROPRIA

 In aggiunta alle undici stazioni tipo, ci sono sei stazioni con un disegno studiato appositamente. Queste particolarità sono sostanzialmente dovute alla conformazione geografica dell’area su cui insiste la stazione, ma anche  come conseguenze di scelte architettoniche volute.

  

Huntington (a sinistra) e Anacostia (a destra) sono entrambe stazioni il cui disegno e frutto della particolare situazione geografica. Tra Eisenhower Avenue e Huntington, la Yellow Line corre su un viadotto sopra un’ampia vallata e sovrappassando la tangenziale, ma dopo aver passato l’Huntigton Avenue la linea taglia una collina nella quale è ubicata la parte sud della stazione. Quindi, avendo un’estremità su viadotto e una in galleria la progettazione è stata piegata a questa conformazione.

L’unicità della stazione Anacostia  è legata alla scarsa profondità della falda acquifera. Quindi, nella necessità di non scavare in profondità, la stazione presenta delle volte dal diametro più piccolo e posizionate in senso perpendicolare ai binari.

  

La stazione National Airport (a sinistra) fu aperta nel 1977 con una versione modificata dello stile ad ali di gabbiano essendo le banchine molto strette. Quando fu costruito un nuovo terminal dell’aeroporto fu realizzata anche una nuova entrata nel lato nord insieme con l’estensione delle tettoie che seguirono uno stile completamente differente rispetto a quella esistente.

 La stazione del celeberrimo Cimitero di Arlington (a destra) è, invece, assai semplice. Solo una parte delle banchine è coperta dal viadotto del Memorial Avenue, la strada che conduce al cimitero. Un’altra interessante particolarità è la presenza del mezzanino sotto i binari, anziché sopra.

La stazione Prince George’s Plaza (a sinistra) è stata costruita in trincea con il parcheggio di corrispondenza posto sopra la stazione in modo da formarne anche parte della copertura. Le siepi che crescono lungo i lati della trincea completano il buon allestimento della stazione.

La stazione West Hyattsville (a destra), che fu aperta nel 1993 insieme alla precedente, è altrettanto unica. E una stazione con banchine laterali con una copertura appositamente studiata con una tettoia in cemento a vista.

© 2014 testi e foto a cura di Matt Johnson, traduzione italiana a cura di Minici Giovanni Luca – www.metroricerche.it. Si acconsente l’uso di questo articolo PREVIO AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’AUTORE.

Post originale su: http://greatergreaterwashington.org/post/24359/metro-has-eleven-types-of-station-architecture-learn-them-all-with-this-one-interactive-map/

 

CLICCA QUA PER FIRMARE LA PETIZIONE PRO METROPOLITANA 4

 

Intanto alcune buone, anzi ottime notizie, il 12 novembre è stato presentato alla stampa il calendario di apertura del secondo lotto della Linea 5 Lilla. In una visita in anteprima alla stazione Lotto l’assessore Pierfrancesco Maran ha indicato che le prime cinque stazioni, come previsto, apriranno entro aprile (presumibilmente o il 20 o il 30 aprile 2015), mentre tutte le altre entro ottobre 2015.  Ottime notizie anche dal punto di vista dell’affluenza di passeggeri; dopo un’iniziale cifra di 20000 pax/giorno dopo l’inaugurazione del 2013, si è arrivati ai 55000 pax/giorno del 2014, dopo l’arrivo a Garibaldi. PEr il primo lotto, adesso l’obiettivo è quello di arrivare ai 65000 pax/giorno, un trend di crescita che dirada qualsiasi dubbio sull’utilità della M5, semmai ce ne siano stati. Ricordo infatti che una metropolitana viene spesso creata seguendo i bisogni di una città, ma a sua volta e la metropolitana stessa a modificare la città una volta aperta.

 

SCHEMA DI INAUGURAZIONE

BIGNAMI 10 febbraio 2013

PONALE 10 febbraio 2013

BICOCCA 10 febbraio 2013

CA’ GRANDA 10 febbraio 2013

ISTRIA 10 febbraio 2013

MARCHE 10 febbraio 2013

ZARA 10 febbraio 2013

ISOLA 1° marzo 2014

GARIBALDI 1° marzo 2014

MONUMENTALE ottobre 2015

CENISIO ottobre 2015

GERUSALEMME ottobre 2015

DOMODOSSOLA 20/30 aprile 2015

TRE TORRI ottobre 2015

PORTELLO ottobre 2015

LOTTO 20/30 aprile 2015

SEGESTA 20/30 aprile 2015

SAN SIRO IPPODROMO 20/30 aprile 2015

SAN SIRO STADIO 20/30 aprile 2015

 

Ricordo che i cantieri per la prima tratta Bignami-Garibaldi sono stati aperti nel 2007 e quelli della seconda nel 2010. Solo 6/7 anni per realizzare il primo lotto e 5 per il secondo. Ogni commento e superfluo, mentre ogni complimento è dovuto!

 

Vediamo ora come procedono i cantieri nel dettaglio: la stazione SAN SIRO STADIO è rapidamente progredita verso lo stato più avanzato, la grande scala di collegamento con lo stadio  è stata coperta, le altre scale rivestite, chiuso il grande vano di accesso ai binari e sono partiti i lavori di ripristino dell’arredo urbano. Alla stazione SAN SIRO IPPODROMO procedono i lavori di ripristino dell’arredo e insieme con la stazione SEGESTA è stato quasi completato il ripristino dei binari per il tram 16. Alla stazione LOTTO è stato completato il corridoio di collegamento con la Linea 1 rossa, a breve avverrà il rinterro e intanto procede l’allestimento interno. E’ in fase avanzata di completamento, invece, l’allestimento della stazione della Linea 5 lilla, che per l’occasione è stata aperta alla stampa per una visita e conferenza stampa di annuncio delle date di apertura. Alla stazione PORTELLO è in avanzata fase di ripristino la viabilità. Alla stazione DOMODOSSOLA tutto è pronto per il ripristino della superficie, sono anche iniziati i lavori per ricostruire i binari della linea tranviaria 19; procede anche il cantiere per la realizzazione della grande tettoia piana in metallo e vetro che collegherà la scala più prossima alla stazione delle Ferrovie Nord con la stazione stessa, creando quindi un percorso interamente coperto. Alla stazione GERUSALEMME, che sembra essere quella più indietro di tutte, è terminata la costruzione della scala sud e del vano ascensore, mentre prosegue lentamente la realizzazione del gruppo di scale a nord. Alla stazione CENISIO è iniziato in parte il ripristino dell’arredo di superficie essendo state completate le prime due scale e il vano ascensore; intanto prosegue la realizzazione della scala verso la via Cenisio e quelle sul lato sud. Infine alla stazione MONUMANTALE sono state completate le scale sul lato del Cimitero, incluso il vano ascensore, mentre è ancora in corso la realizzazione del corridoio verso via Farini che sembra essere stata interrotta, mentre la relativa scala è già stata rivestita. Ancora nessuna traccia del consueto camino cilindrico di areazione, forse non realizzabile di fronte ad un bene architettonico prezioso come il grande cimitero storico di Milano.

 

 

LOTTO

Ecco le foto dall’interno della stazione pubblicate su Repubblica Online


DOMODOSSOLA

GERUSALEMME

CENISIO

MONUMENTALE

© 2014 Minici Giovanni Luca – www.metroricerche.it, si acconsente l’uso di questo articolo e delle immagini citandone l’autore.

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Quest’ opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia

Proseguono lentamente ma senza più interruzioni i lavori di ristrutturazione intragrale della fermata Centrale delle Linea 2 e 3. I lavori si sviluppano principalmente nelle aree realizzate per ospitare la Linea 2 verde, e al momento coinvolgono il piano mezzanino, il piano intermedio e l’area esterna.

In questi giorni è stata resa operativa la prima delle due coppie di tappeti mobili che vollegheranno direttamente il piano mezzanino della metropolitana con il piano sotteraneo nella “Galleria delle Carrozze” della Stazione Centrale. Contestualmente è stato chiuso il corridoio centrale per permettere la demolizione della vecchia scala diretta tra mezzanino e superficie, e sostituirla con una vetrata. Al momento sono in uso i due corridoi lateriali sui quali insistono alcuni gradini che verrano temporaneamente superati grazie a rampe in legno e tubolari, in attesa del completamento del nuovo corridoio centrale che sarà dotato di rampe.

In superficie si stanno completando le due nuove scale di uscita con la posa del classico granito secondo il progetto originale Albini/Helg, certamente a breve comparirà anche il corrimano in versione verde o grigia (essendoci due linee).

E’ stato chiuso parte del mezzanino della MM2 per permettere la posa dell’ormai celeberrimo e criticatissimo, a ragione, pavimento in gress bianco; si spera che i bellissimi e maltrattati pannelli in acciaio smaltato delle Smalterie Lombarde, progettati sempre da Franco Albini, non vengano sostituiti con altro materiale di dubbie qualità come fatto in altre occasioni, ma vengano invece ripuliti e ripristinati.

Un rendering

L’accesso ai tappeti mobili dal mezzanino.

 

L’area centrale del mezzanino appena chiusa per l’avvio dei lavori.

Area del mezzanino, interna ai tornelli, chiusa per la posa del nuovo pavimento.

Rampa provvisoria

Il corridoio centrale appena chiuso, in attesa di essere ristrutturato.

Una delle nuove scale di accesso.

Traffico di utenti nel corridoio provvisorio, sprovvisto di soletta di copertura.

Il vecchio ingresso dove verranno eliminate le scale e creata una vetrata.

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Nell’ultimo ventennio del XIX secolo molte cose erano cambiate, a Londra, dove la prima linea del 1863, lunga appena 6,4 km aveva treni spinti da locomotive a vapore, nel 1886 era stata introdotta la trazione elettrica; era così nata la metropolitana nel senso moderno del termine, rappresentata dai “tube” ovvero dalle gallerie metalliche a grande profondità realizzate a “foro cieco”, portando così il concetto d’indipendenza del metrò da qualsiasi tipo di traffico o interferenza superficiale, al suo massimo livello. Dopo Londra, anche Chicago (1892), Budapest (1896), Glasgow (1897), Parigi (1900), Boston (1901), Berlino (1902) e New York (1904) si dotarono di una o più metropolitane.

Tra il 1903 e il 1905 gli ingegneri Leopoldo Candiani e Carlo Castiglioni furono i primi a proporre una metropolitana su ispirazione delle linee create a Londra, ovvero finalizzate a congiungere le varie stazioni ferroviarie. La necessità di creare una metropolitana nasce, per i due ingegneri, a seguito del contemporaneo progetto di costruzione di due nuove stazioni ferroviarie poste simmetricamente rispetto al centro cittadino. Il progetto risale al 1898, quando una commissione del Ministero dei Trasporti ipotizzo la modifica del nodo ferroviario cittadino. Tale documento prevedeva, infatti, la riorganizzazione completa della rete ferroviaria nell’ambito cittadino per riorganizzare il traffico e servire meglio Milano. Con il Decreto del 13 ottobre 1902 veniva sancita la necessità di creare due nuove stazioni, una nel lato est della città per servire sia il nuovo traffico proveniente dal traforo del Sempione, la cui inaugurazione sarebbe avvenuta nel 1906, sia dal Mediterraneo (Nord Europa e Genova), e la seconda per servire le linee provenienti dall’Adriatico (Est Europa, Sud Italia e Venezia). Si ipotizzò inoltre che entrambe le nuove stazioni sarebbero dovute essere di testa, come nelle grandi capitali europee, e non più di transito. Il progetto fu in seguito rimaneggiato e semplificato dando vita alla Nuova Stazione Centrale e con le ben più modeste proposte di modifica alla stazione di Porta Genova, mai attuate.

Contemporaneamente alla presentazione del loro progetto per il nuovo nodo ferroviario Milanese, gli ingegneri Candiani e Castiglioni ipotizzarono quindi la creazione di un “… tronco metropolitano sotterraneo a trazione elettrica, il quale potrebbe avere la sua fermata principale nel centro città e precisamente sotto l’attuale Piazza dei Mercanti…”, “… offrirà al pubblico speditezza e facilità per accedere alle due grandi stazioni viaggiatori…”.Interessante scoprire come la metropolitana sarebbe servita non solo per i passeggeri, ma anche per la posta e le merci, quindi si sarebbe concretizzata in realtà come un passante ferroviario per ogni tipo di treno, esattamente come più tardi si realizzò a Bruxelles, sebbene con dimensioni assai più ridotte e con solo due binari. I due ingegneri, nel 1905, progettarono nel dettaglio la linea metropolitana, disegnando tutte le stazioni; queste avevano una conformazione assai semplice, senza mezzanino, di tipo molto simile a quelle di Parigi. L’uscita, in genere unica, sarebbe stata protetta da una tettoia in stile Chalet svizzero, come da uso dell’epoca. Curioso il progetto per la stazione Duomo, che sarebbe dovuta sorgere nella parte sud della piazza, in linea retta con l’asse della Galleria Vittorio Emanuele; l’arco gemello di quello di ingresso alla galleria, previsto in posizione simmetrica rispetto a quello realizzato, avrebbe dovuto contenere anche l’ingresso della stazione della metropolitana.

Le seguenti immagini provengono da “Atti del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano”, anno 1905, volume 38. Riproduzione vietata.

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Innanzitutto segnalo la nascita del sito dedicato ai 50 anni della Linea 1 Rossa di Milano:

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Sito creato dalla Fondazione Albini con la consulenza storica del sottoscritto.

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Per questo novembre l’aggiornamento vede una selezione di foto che copre quasi tutto il secondo lotto. Stavolta manca solo la stazione Tre Torri, che essendo dentro il grande cantiere Citylife è difficilmente raggiungibile. Per la prima volta in assoluto troverete anche foto della stazione Portello.

Ma prima di una breve descrizione segnalo l’imminente nascita ufficiale dell’associazione MetroxMilano, per dare nuovo slancio e supporto alla costruzione di metropolitane, in primis la linea 4. Nell’attesa del lancio vi invito pertanto a diffondere e firmare sempre più numerosi la PETIZIONE a favore della metro 4, dal recente incontro con l’Assessore Maran è emerso che non è passata inosservata, anzi è stata di grande impatto in un panorama dove si sento parlare solo le voci contrarie.

Detto questo ecco qualche novità sul secondo lotto della linea lilla: a San Siro Stadio continua il montaggio della copertura per la grande scala di uscita dedicata allo Stadio Meazza, molti dubbi sulla resa estetica finale circolano in questi giorni, ma è davvero presto per dare giudizi. Nelle stazioni San Siro Ippodromo e Segesta, lo stato della sistemazione superficiale è ormai avanzatissimo e anche le rotaie del tram 16 sono state posate nello loro sede originale. A Lotto si stanno rivestendo le nuove uscite e continua la costruzione del corridoio di collegamento con la Linea 1 Rossa, intanto è stata completata la realizzazione dei due pozzi ascensore tra le banchine e il mezzanino nella stazione esistente. A Domodossola continua il ripristino dei sottoservizi e a breve inizierà il ripristino della superficie. A Gerusalemme, invece, sono ancora in realizzazione tutte le scale di uscita, sebbene ormai chiaramente identificabili, ci vorrà ancora del tempo per vederle complete al rustico e rivestite. A Cenisio è stata formata una nuova scala lungo il viale, in prossimità dell’attuale fermata tranviaria, mentre sono in costruzione le uscite lato sud. A Monumentale è ancora in realizzazione sia la grande scala sul piazzale sia il corridoio verso via Farini, il traffico ha subito un’ulteriore spostamento. E’ stata invece completata la scala di via Farini ed è stata quindi ripristinata la viabilità.

Per quanto riguarda i lavori in sotterranea, ormai è stata completata la posa dei binari e dell’impianto elettrico, tanto che A2A ha collegato la metropolitana alla rete elettrica. Questo permetterà a novembre di far circolare i nuovi treni per le prime prove tecniche. Procede l’allestimento delle stazioni e la posa delle porte di Banchina. L’amministratore delegato del consorzio Metro5 Giovanni D’Alò intervenuto alla manifestazione Move.App Expo, si è detto certo che allo scadere della data prevista (30 aprile 2015) saranno aperte le cinque stazioni previste.

SAN SIRO STADIO (Foto di Claudio94, riproduzione vietata)

SAN SIRO IPPODROMO (Foto di Claudio94, riproduzione vietata)

SEGESTA (Foto di Claudio94, riproduzione vietata)

LOTTO

PORTELLO
Per la prima volta, la stazione più trascurata di tutta la linea.

DOMODOSSOLA

GERUSALEMME

CENISIO

MONUMENTALE

Spostata la viabilità nella piazza del Cimitero Monumentale

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Il 16 ottobre come era stato anticipato, si è tenuto l’incontro con l’Assessore alla Mobilità riguardo la situazione della metropolitana M4. L’Assessore Pierfrancesco Maran ci ha assicurato il suo assoluto impegno e volontà a portare avanti il progetto e questo è già un ottimo inizio. Non ha nascosto però che le problematiche sono molte a differenza invece delle certezze. Resta ancora in sospeso il closing finanziario (l’accordo con le banche per i finanziamenti ai privati) da raggiungere entro il 31 dicembre 2014, e l’attesa per la sentenza del Consiglio di Stato dopo il ricorso della società arrivata seconda nella gara d’appalto. Ma anche all’interno della giunta continuano i malumori per la cifra che il Comune dovrà pagare, solo a metropolitana funzionante, alla società privata che costruirà l’infrastruttura: si tratta di una somma che come per la linea 5 completa, si aggirerà sui 100 milioni di euro annui, per 22 anni, di cui circa il 40% per il servizio. E’ opportuno sottolineare che questa cifra interesserà le finanze comunali solo quando l’intera metropolitana sarà operativa, quindi non prima del 2022, quando sarà inimmaginabile poter mantenere ancora il biglietto a 1,50 euro specie se continueranno i tagli dei trasferimenti statali, e grazie alla nascita della città metropolitana sarà stato necessario rivedere per tempo l’intero assetto della tariffazione.

Dal canto nostro, come associazione MetroxMilano, abbiamo fatto notare come la nostra intenzione sia di rappresentare quella maggioranza silenziosa di cittadini che utilizzano ogni giorno i mezzi pubblici e che ritengono quest’opera fondamentale per completare la rete di Milano in aree che ancora oggi sono coperti da un’adeguata offerta. Una maggioranza, ne siamo convinti, propositiva e favorevole alla MM4, che non attira certo l’interesse di una stampa sempre più votata allo scandalo e al disfattismo, e impiega più tempo a raggiungere il suo target non essendo circoscritto nei confini di uno o due isolati ma diffuso nella città metropolitana. Abbiamo quindi comunicato la nostra intenzione di proseguire non solo con la raccolta firme ma di dare un nuovo slancio ufficializzando l’associazione e lanciando, a breve, anche un sito internet dedicato. Come anticipato la vicenda della MM4 è tutt’altro che chiusa, non c’è ancora nessuna garanzia che l’opera verrà realizzata, nonostante le “talpe” abbiano già quasi completo il loro primo viaggio dell’aeroporto. Tocca a noi vigilare con attenzione e far crescere un movimento di opinione rappresentato da chi, come noi, vuole quest’opera e i benefici che con essa arriveranno, e che per troppi anni è stato dato, nella migliore delle ipotesi, scontato.

Dal punto di vista più pratico abbiamo innanzitutto segnalato come nelle grandi opere milanesi manchi quasi del tutto l’informazione al pubblico. E’ vero che viviamo in una nazione dove tutti sono ingegneri e, a fronte della possibilità di partecipare e esprimere liberamente le proprie opinioni, ognuno farebbe le più disparate obiezioni, ma non riteniamo neanche corretto avvisare di un cantiere solo quando si posano le cesate; informare significa limitare quella montagna di approssimazione e fantasia che spesso accresce i problemi, annulla le prospettive sul futuro annullando ogni analisi sui benefici e lascia che le voci chiudano le persone in un presente di angoscia e frustrazione. L’assessore ci ha chiarito che i fondi per la comunicazione previsti per questo progetto saranno molto più abbondanti di quanto fatto per la Linea 5. Per quanto riguarda i cantieri abbiamo avuto conferme di quanto detto più volte, con l’aggiunta di una notizia non da poco: ci sarà un cantiere intermedio per la manutenzione delle talpe a San Babila. Viene anche confermata l’intenzione di aprire i primi tre cantieri (Dateo, Solari e San Cristoforo) entro dicembre 2014 non appena raggiunto il closing finanziario con le banche. In questa fase iniziale avverrà lo spostamento dei sottoservizi, cosa tutt’altro che breve; in altre parole non si sarà nessun “megascavo” a Solari già a capodanno, mentre ci sarà ancora molto tempo per ridurre al minimo l’impatto sul parco e sulle vie circostanti.

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Per quanto rigguarda i cantieri i lavori procedono con grande velocità, la prima talpa dovrebbe sbucare a Forlanini FS nella seconda metà di novembre, ora si trova sotto i Tre Ponti. Questa macchina EPB ha raggiunto prestazioni notevoli, fino a 20 anelli al giorno, pari a 28 metri. Lo stesso vale anche per la seconda, posta a nord, che però ha sul suo percorso alcuni ostacoli che richiederanno qualche mese per essere rimossi. Appena fatto anche il secondo tunnel sarà completo e il complesso di macchinari che alimentano le scavatrici verranno subito rimossi dall’area dell’aeroporto e spostati a Forlanini FS dove p in fase avanzata di scavo il tratto di tunnel a cielo aperto. La SEA, gestore dell’aeroporto, ha infatti richiesto che i lavori nel suo terreno dato in prestito ai costruttori della metropolitana 4, sia liberato per il 2016. A Linate procede anche lo scavo del tunnel pedonale verso l’aerostazione: le uscite saranno posto dove adesso c’è un piccolo parcheggio moto recintato. A breve verrà deviato il traffico per completare sia il tunnel pedonale sia la prima parte dell’asta di manovra.

Al cantiere Stazione Quartiere Forlanini procedono le opere di spostamento sottoservizi, mentre a Forlanini Fs è stata gettata la soletta e parte delle pareti perimetrali della stazione della MM4. Procedono anche i lavori per la stazione ferroviaria dove questa settimana verranno spostati anche gli ultimi due binari e quindi si potranno realizzare anche le scale della banchina ad isola. Sono invece in costruzione le scale per la banchina lato centro città. Intanto emergono alcune tavole progettuali che rendono più chiara la conformazione delle due stazioni: di sicuro le due coppie di banchine saranno a due altezze differenti, con spazi ridotti al minimo – come inevitabile visto la situazione – e il sottopasso nord sarà effettivamente sotto la via Ardigò e direttamente connesso al mezzanino della metropolitana.

LINATE AEROPORTO

QUARTIERE FORLANINI

FORLANINI FS

Rendering della via Ardigò

In questo rendering si vede sia il mezzanino della metropolitana che l’ingresso del sottopasso nord della stazione ferroviaria.

© 2014 Minici Giovanni Luca – www.metroricerche.it, si acconsente l’uso di questo articolo citandone l’autore.

Licenza Creative Commons
Quest’ opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia

In occasione della conferenza del 14 ottobre sui 50 anni della linea rossa di Milano è stato lanciato il sito:

www.metromilano50.it

Questo sito creato dalla Fondazione Franco Albini, con il contributo della Galleria d’Arte Campari,  si avvale della consulenza storica e tecnica del sottoscritto. Il sito e’ dedicato ai 50 anni della metropolitana 1 e accompagnerà tutti gli eventi che festeggeranno il compleanno della “Rossa” per eccellenza. Vi raccomando di tenere sempre sott’occhio la sezione sulle celebrazioni e di contribuire invidato le vostre foto e le vostre idee per rendere memorabile questo anniversario!

Ecco la prima conferenza che apre le commemorazioni per i 50 anni della metropolitana Linea 1 rossa di Milano. Si terra nel corso della manifestazione Move.App Expo.

MARTEDI’ 14 OTTOBRE

ORE 10,30

MUSEO DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA LEONARDO DA VINCI DI MILANO

PADIGLIONE AERONAVALE


50 ANNI DELLA LINEA 1,

UNA METROPOLITANA DI SUCCESSO

Quest’anno Milano festeggia i 50 anni della sua prima metropolitana. Un’infrastruttura che a costituito una svolta epocale per la mobilità urbana ma che è stata anche un successo dell’architettura, del design e della tecnica “Made in Italy”. Lo stile voluto dal team di progettazione Albini-Helg-Noorda è stato un punto di svolta per la metropolitane in tutto il mondo è costituisce ancora la spina dorsale nelle nuove realizzazione. In questa sessione verrà illustrata l’evoluzione del progetto di una metropolitana per Milano fino a giungere alla fase di cantierizzazione avviata nel 1957 e analizzarne il suo rapporto con la città  a seguire verrà illustrato il celeberrimo progetto architettonico del team Albini-Helgh-Noorda e il suo immediato successo che ancora oggi costituisce la spina dorsale di molti analoghe infrastrutture.

INTERVERRANO
-Prima e dopo la Linea 1, evoluzione e successo di un progetto. (dal primo progetto del 1905 ai cantieri del 1957, ai primi progetti architettonici) a cura di Minici Giovanni Luca (Architetto creatore del blog Metroricerche e studioso dell’architettura delle metropolitane)
-Il progetto Albini-Helg-Noorda, a cura di Marco Albini (Professore e Architetto, presidente della Fondazione Franco Albini)
-La costruzione della metropolitana e il suo rapporto con la città, a cura di Giampiero Bosoni (Professore, Architetto e storico del Design italiano), curatore della mostra “Milano Sottosopra” esposta durante la Milanesiana 2014
-Testimone di un epoca, a cura di Giampietro Livini, Architetto esperto di trasporti, impiegato presso i cantieri della Linea 1

“La nostra l’è un salott, chela là una cusina; magari multiplicada per vint, ma l’è pur semper una cusina. Mi auguro che la nostra debba restare sempre insci me l’è, un salott per i sciuri e i pori crist”

Giovanni D’Anzi, il più milanese fra i cantanti, parlando delle metropolitane di Milano e New york

E’ da tempo che alcune persone mi scrivono, dopo aver conosciuto questo blog, per riferirmi le loro testimonianze dirette e indirette sulla metropolitana di Milano. In questo momento, in cui si avvicinano sempre di più i 50 anni della Rossa, scrivo per invitare ancora più persone a riferire le loro esperienze, perchè magari hanno lavorato di persona nei cantieri delle metropolitana milanese (anche per le linee verde e gialla, perchè no!) o perchè l’hanno fatto i loro genitori, come il recente caso del signor Walter Bellini. Lo scopo è quello sia di preservare questi ricordi e proiettarli nel futuro, che quello di chiarire il più possibile una vicenda tutt’altro che semplice e documentata. Molte sono ancora le lacune perfino sul progetto della Linea 1. Dunque vi invito a farvi avanti scrivendo al mio indirizzo metroricerche@yahoo.it

© 2014 Minici Giovanni Luca – www.metroricerche.it, si acconsente l’uso di questo articolo PREVIO AUTORIZZAZIONE DELL’AUTORE

Chi conosce la storia della Linea 1, anche brevemente, prima o poi ha sentito parlare del Metodo Milano. Si tratta del sistema di costruzione dei tunnel e delle stazioni che prevedeva una diversa sequenza delle operazioni secondo un procedimento che oggi viene definito top-down, ovvero dall’alto al basso. In pratica venivano prima realizzate le pareti laterali, lasciando aperta la carreggiata centrale, sebbene ridotta; poi si procedeva a chiudere la viabilità, effettuare un primo parziale scavo, e poi realizzare la soletta di copertura del tunnel. Infine, ripristinata la viabilità, si procedeva allo svuotamento del tunnel direttamente in sotterranea e alla creazione della soletta di fondo ad arco rovescio. Il tutto con l’uso di calcestruzzo armato. Questo procedimento sostituiva quello della semplice trincea che avrebbe richiesto la sospensione della viabilità per quasi l’intera durata dei lavori, oltre a cospicui sforzi per il sostegno dei palazzi al margine delle strade, senza ricorrere allo scavo mediante scudo meccanizzato (le talpe ancora non esistevano) con costi molto più alti dovuti anche all’estrema profondità richiesta poco adatta alla falda milanese.

Pochi sanno che questo metodo è figlio di un’altra invenzione milanese, un’invenzione che ha avuto ancora più successo del metodo Milano (oggi sempre più usato nelle sue evoluzioni), ovvero l’uso dei fanghi bentonici per la realizzazione di manufatti nel terreno. Questo sistema fu brevettato dalla ditta milanese ICOS (Impresa Costruzioni Opere Specializzate) all’inizio del 1950, grazie all’intuizione dell’ingegnere austriaco Christian Veder e ad un gruppo di tecnici tra i quali figura anche Aldo Bellini, il cui figlio (Walter) ho potuto recentemente intervistare per raccogliere questa storia decisamente poco nota. Oggi l’uso dei fanghi bentonici per la realizzazione di manufatti strutturali è pressoché la norma. Difficile per un cantiere urbano non ricorrere a questo sistema per creare i limiti per uno scavo, oppure per realizzare la fondamenta di edifici anche molti alti come sta avvenendo nel complesso CityLife. Il sistema è tanto semplice quanto geniale: una speciale macchina scavatrice (anche questa invenzione brevettata dalla ICOS), effettua uno scavo nella forma indicata dal progetto, nel caso della metropolitana si tratta di pareti lineari o ondulate. Contemporaneamente nello scavo viene immessa acqua mescolata a bentonite che forma una sorta di gel. Dopo viene inserita l’armatura metallica della struttura e infine, partendo dal basso, viene gettato il calcestruzzo, il quale, essendo più pesante dei fanghi bentonici, lo sollevano verso l’alto. Una volta maturato il tutto possibile effettuare lo scavo. Il perno dell’idea sta nel fatto che la densità e la consistenza del gel permette alle pareti laterali dello scavo di non cedere e al contempo, essendo sempre un liquido, il gel può facilmente essere rimosso.

La metropolitana di Milano fece larghissimo uso di questo sistema e fu uno delle prime applicazione in ambito urbano di questo sistema, oggi di prassi. Anche in questo caso il successo di questa tecnologia Made in Italy – e in Milano – fu così ampia che nel 1964 fu deciso di chiamare la ICOS per realizzare l’enorme vasca per le fondazione del World Trade Center di New York. Questa vasca, in pratica indistruttibile, è attualmente la stessa che contiene le fondazioni dei nuovi edifici realizzati nell’isolato e una parte della tessa è lasciata in vista all’interno del museo dell’11 settembre. In inglese prende il nome di slurry wall technique, ma se volete indagare su chi sia l’inventore di questo metodo, per esempio consultando Wikipedia, ancora oggi non troverete nessun cenno alla sua storia; l’ennesimo caso di come il nostro paese sia bravo a parlare dei suoi antichi fasti, ma negato nel celebrare i suoi successi più attuali.

Per una completa lettura sui progetti realizzati dalla ICOS quando ancora era titolare dell’unico brevetto di questo sistema suggerisco la ricerca del volume La ICOS nei lavori nel sottosuolo, edito nel 1968.

Due foto che illustrano il team di ricerca con l’ingegner Aldo Bellini, a sx nella prima foto. (immagine fornita da Walter Bellini)

Dalle immagini dell’Ingegner Zuretti conservate presso la Biblioteca di Mendrisio

Il metodo Milano per tunnel e stazioni:


Alcune immagini dal volume La ICOS nei lavori nel sottosuolo:

Schema della struttura per la stazione Duomo

La struttura in opera nella stazione Duomo

La vasca del World Trade Center

© 2014 Minici Giovanni Luca – www.metroricerche.it, si acconsente l’uso di questo articolo PREVIO AUTORIZZAZIONE DELL’AUTORE